sabato 12 luglio 2008

Lo zio Roby

Ricordo che un'estate in campeggio, io ero bambina, lo zio Roby, il marito della sorella di mia mamma, allora suo fidanzato, invece di raccontarmi la favola della buonanotte mi rivelò il segreto per fare sempre sogni belli. Mi chiese cosa volevo sognare e io descrissi un abito da principessa di tulle nero, me lo immaginavo come nella scena del ballo del film il Gattopardo. Allora lui mi disse di concentrarmi su quella scena, tenendo bene sempre in mente l'abito di tulle nero, vedendolo volteggiare alla luce dei candelabri, e forse, quella notte l'avrei sognato. Lo zio Roby mi insegnò, un poco più grande, ad amare la musica dei Pink Floyd, mi ricordo la copertina nera con il prisma di The dark side of the moon, e lui che lo ascoltava con attenzione e rapimento. Ancora oggi mi piacciono i Pink Floyd e trovo che l'unico modo di ascoltarli sia con attenzione e rapimento. Ancora oggi, quando mi sveglio nel pieno della notte e non riesco a riprendere sonno perché sento che stanno arrivando in massa i pensieri della giornata passata o che deve venire, penso all'abito di tulle nero, lo vedo volteggiare silenzioso, la luce delle candele sparisce per un'istante coperta dalle evoluzioni del tulle. E dormo. E faccio sogni belli.


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