martedì 14 aprile 2009

Guepière per balenottere

Cercavo una guepière per balenottere. Non ne esistono. Alle balenottere non è concesso sentirsi sexy. Così per ottenere la mia guepière ho dovuto dimagrire. E diventare una donna.
Questa metamorfosi vista dall'esterno ha comportato "solo" un dimagrimento. C'è chi, più sensibile di altri, mi ha percepito "più piccola" nel senso che occupo un'area minore nello spazio ma anche più minuta, più fragile, indifesa. Senza più corazza, appunto.
Vissuta da dentro non ho solo perso peso, ho perso delle certezze che ho scoperto essere fittizie, una certa razionalità che mi proteggeva dal sentire veramente, ho perso l'ancoraggio con la realtà così come l'ho percepita negli ultimi anni.
Ho perso 20 kilogrammi e 20 anni. E così sono tornata me stessa. La me stessa che avevo abbandonato e smesso di crescere e far diventare adulta.
Quando si perde qualcosa di cui ci si voleva liberare, il posto vacante viene subito rimpiazzato da qualcos'altro. Non sempre positivo. Io sono stata fortunata, a prendere il posto occupato dalla balenottera è arrivata una ragazza 17enne, fresca e giovane, che non pesa niente. Quella che ero e che mi ero dimenticata di essere.
E così ho ricordato.
Lasciarsi andare. Vivere intensamente il momento. Percepire la realtà con tutti i sensi acuiti. A volte sinesteticamente. Essere improvvisamente inondata da sensazioni che altri descrivono verificarsi solo dopo uso di stupefacenti, sono per me scatenabili richiamandole da dentro me stessa. E proprio qui era il problema.
Giovane, inesperta nel gestire queste sensazioni, improvvisamente sradicata, lasciata senza alcun punto di riferimento che non sia "comune", l'unico modo che ho visto possibile attuare era annullare il sentire. Ma se questo "sentire" è parte di te, allora annulli anche la percezione di tutto il resto, quello che è normalmente accettato dagli altri. Così ho vissuto in una sorta di condizione oppiacea, con una costante fame chimica come unico sfogo degli impulsi che avevo deciso di non ascoltare.
In questi giorni ho ricominciato dal punto in cui avevo interrotto.Crescere da 17enne con l'esperienza e il bagaglio culturale di 42enne ti fa crescere rapidamente.
Con bruciante intensità sento gli impulsi dettati da un istinto messo a tacere per troppo tempo, ma la pragmaticità che ho sempre avuto, unita alla cultura che ho nel frattempo sviluppato, mi danno la capacità di riconoscere, organizzare e portare a soddisfare questi impulsi.
So cosa voglio e come. E per ottenere soddisfazione agirò senza colpo ferire, come è la mia natura, ma determinata a non rinunciare più in nome di qualcosa o qualcuno che non sia dentro di me.
E' solo questione di programmazione per sfruttare al meglio i tempi e poi togliere di mezzo la razionalità e lasciarsi andare completamente.
Sabato mi sono comprata la mia prima guepière, è bellissima. Una volta a casa, ho riordinato il cassetto della biancheria, eliminando reggiseni così grandi da sembrare inverosimili e spostando in un'altro cassetto completi ancora troppo piccoli per la me di adesso e forse anche del futuro. Con il loro carico del passato occupavano uno spazio e un tempo che non tornerà. Nel cassetto della biancheria adesso c'è solo ciò che mi sta bene, come taglia e come senso. C'è la mia guepière nuova, comprata solo per me. Quando la indosso sento che è come una corazza. Una corazza che mi fa sentire potente, ma che all'occorrenza posso togliere per mostrarmi nuda e tenera.Svuotando i cassetti, lì in fondo, mai usati, ho trovato cinque body. Non sono mai stata una donna da body, neanche quando mi andavano bene. Erano lì a languire, dimostrazione di un tentativo di omologazione mai riuscito. Perché sono diversa. Ho tagliato i body nella loro boditudine, e recuperando spalline di reggiseni persi nel tempo, li ho modificati e sono diventati delle guepière o meglio delle abeillère. Se la guepière ti fa sentire come una vespa, pericolosa e imponente una certa rigidità, la abeillère ti permette di essere un'ape, flessibile e operosa ma sempre munita di un'arma. Entrambe però hanno ciò che a me interessa di più. I laccetti che reggono le calze o le parigine.
Il sentirmi imbrigliata mi ricorda costantemente di essere un cavallo, folle e un po' selvaggia.
Mai completamente domata. Pronta a disarcionare chi mi sta addosso e a scalciare. La sensazione di avere queste briglie lungo le cosce è allo stesso tempo potente e sensuale. La mia guepière e le mie abeillère non sono ostentate. Vivono la loro vita segreta sotto abiti non conformi alla loro natura. Solo io so che sotto la T shirt e la giacca c'è la mia nuova corazza.
Che sotto i jeans ci sono le briglie. E chi comanda le briglie sono solo io.

9 commenti:

giardigno65 ha detto...

Bellissimo post !!!

mk ha detto...

Grazie giardigno65! Ho visto il tuo blog e lo trovo molto bello sia graficamente che come contenuti, e quindi mi chiedo... come sei arrivato dallo zen alle guepière? mk.

lophelia ha detto...

Io sono arrivata qui grazie a giardigno e al tuo commento sulla gatta che balzava sul letto...
mi piace molto quello che scrivi, e mi rimanda ad esperienze anche mie.
Un saluto e complimenti.

mk ha detto...

Per lophelia, ti ringrazio, sapere che trovi interessante ciò che scrivo è un onore per me, ho visto il tenore del tuo blog e devo dire che in quel sito si vola veramente alto. E' bello leggere di arte senza avere il sospetto che dietro ci sia il soldo a dettare. Mi piacerebbe condividere i tuoi ricordi gatteschi, a presto. mk.

Anonimo ha detto...

Ciao mk. L'altro giorno ho comprato una guepiere. Non ne avevo mai avuta una, ma quando ho visto quella, ho deciso che dovevo provarla. E mentre l'avevo addosso, mi sei venuta in mente tu e questo post. Sai che fino al secolo scorso, le stecche delle guepiere erano fatte di ossa di balena?
Quella notte, manco a dirlo, ho sognato balenottere. Erano al largo e giocavano con una palla rossa. Ad un certo punto una di loro salta fuori dall'acqua per rincorrere la palla e atterra proprio vicino a me. In acqua è una balena, fuori dall'acqua diventa una donna. Ha paura di non poter più rientrare in acqua, allora io le spiego come deve fare. Deve prendere la rincorsa e saltare, puntando verso una luce che si vede in alto. Le dico di fidarsi di me, che andrà tutto bene. Lei prende la rincorsa, salta e splafff! cade rumorosamente in acqua trenta metri davanti a me, tornando a trasformarsi in balena.
Niente, volevo solo raccontartelo. Ti abbraccio (marika B&B)

mk ha detto...

Ciao! Che piacere risentirti! Sapevo delle stecche di balena ma non avevo collegato... Il tuo sogno mi sembra bellissimo, anche io ho sognato balene, e almeno una volta l'ho scritto (mi sembra). Se ho capito bene tu stavi fuori dall'acqua, sulla riva. Il regno onirico dominato dall'acqua è quello delle emozioni. E tutti gli animali che vivono in essa sono in rapporto rispetto alla realizzazione di idee e progetti che provengono dal nostro inconscio. La Balena nello specifico è un simbolo materno (stare nel ventre della balena...) porta dentro di se il germe del cambiamento e della trasformazione, non necessariamente l'essere madre in senso stretto, ma anche partorire idee, progetti... Anche il pallone è un simbolo femminile, il suo colore rosso lo pone in relazione con lo spirito di vitalità ed energia, volontà e combattività. In quanto sfera rappresenta anche la perfezione, la completezza e l'equilibrio. La tua balena (madre e femmina nel mondo dell'inconscio e dell'emozione) quando esce da quel regno per rincorrere la perfezione, la completezza,lo fa con energia volitiva e combattività e diventa donna. Il suo essere donna nel regno dell'aria, l'intelletto, le fa paura, o meglio ha paura di non riuscire a tornare ad essere balena (femmina e madre, abitante dell'inconscio e delle emozioni).
Ho letto da qualche parte che quando si sognano gli animali, essi incarnano un lato del nostro essere. Nel sogno sei tu stessa che spieghi alla balena/donna come riuscire a tornare in quello che è il suo ambiente naturale. La rincuori e le dici di fidarsi di te. E lei si ritrasforma in balena.
Le spieghi cosa deve fare per lasciare il dominio della razionalità e tornare nel regno delle emozioni. Secondo me la risposta alla domanda che il tuo inconscio ti pone attraverso il sogno è nel sogno stesso.
Qual'è la luce alla quale tu devi puntare?
Un abbraccio, mk.
P.S. Tu sai che ti leggo sempre...
P.P.S. Ma poi la guepiere l'hai presa?

mk ha detto...

E com'è?

Anonimo ha detto...

certo che l'ho presa! :-) E' molto semplice, color rosa-carne, ha una lunga fila di gancetti dietro, ma è senza fronzoli aggiunti, cioè valorizza me-donna per come sono, senza aggiungere roba che non mi appartiene (push up e altre robe). Mi ci vedo bella, dentro, e anche molto "io".
Grazie per avermi aiutata a comprendere che c'è un punto fondamentale nel sogno (che era l'unica parte su cui non mi sono soffermata) e cioè la domanda "Cos'è la luce?". Mi tengo dentro la domanda, vediamo se nei prossimi giorni mi arriva qualche risposta. Sì sì, anche io ti leggo sempre. Ci sono delle cose che sono vere e hanno degli effetti sulle altre cose. Sono eventi, sensazioni, consapevolezze, sogni; elementi immateriali che non si possono toccare o guardare, ma che sono veri esattamente come una conversazione, un pasto, un'ora in ufficio, e costituiscono una parte fondamentale della vita delle persone. Sono vere in un altro modo. Mi piace questo luogo dove la parte immateriale della realtà viene accolta, ascoltata, e le sue indicazioni vengono usate come una mappa per orientarsi nella vita.
marika (B&B)

mk ha detto...

Come sempre Marika hai il dono della parola poetica. Questa cosa della mappa, non ci crederai... anzi no, so invece che ci crederai certamente, è un'immagine che mi galleggia in mente da qualche tempo. (Forse il sogno sul libretto di istruzioni per esseri umani è un abbozzo di soluzione). Ultimamente penso spesso che siamo come un paesaggio, e che avremmo bisogno di una cartina per orientarci e per far orientare gli altri dentro di noi. Nello stendere una mappa (come nello scrivere un libretto di istruzioni) che parla di noi stessi, si arriverebbe a comprendere meglio se stessi e a capire perchè quell'appezzzamento di terreno è rimasto brullo e incolto, e perchè di quel bel prato, lì proprio nascosto dietro gli alberi, ne abbiamo fatto una discarica abusiva. Spero di sognare presto una mappa che mi dica come sono e dove mi trovo adesso. E sono sicura che arriverà. Come arriverà il tuo sogno rivelatore su dove guardare per trovare l'illuminazione.
Un abbraccio come vero, mk.
P.S. Forse sbaglio immaginazione ma la descrizione della tua guepiere mi ha fatto pensare a quella in raso di Jean Paul Gautier indossata da Madonna in uno dei suoi tour. Senza le tette a punta ovviamente! Bella!