sabato 19 settembre 2009

Manuale d'Uso per Esseri Umani

Venerdì 18 Settembre 2009 - Galleggio a mezz'aria nello scompartimento di un treno lanciato a massima velocità. Sulla mia sinistra compare il volto del Maestro e poi tutto il corpo. Anche lui galleggia. Tra le mani ha una pentola a pressione, la mia pentola a pressione. Chiusa con il coperchio. Mi guarda e sorridendomi con gli occhi mi dice che anche se sono molto chiusa, capire me è più semplice che con gli altri, perché io ho il libretto di istruzioni.
Guardo fuori dai finestrini, il paesaggio che scorre rapido è una campagna piatta che emerge a sprazzi tra la nebbia mattutina. Coltivazioni dormienti in attesa dell'arrivo del sole e della primavera. Il Maestro galleggia sempre al mio fianco, sta guardando anche lui nella mia stessa direzione. Penso a un mondo dove ogni essere umano nasce con il suo libretto di istruzioni personale. E dove il matrimonio deve fare la revisione ogni tre anni. Mi sveglio.

lunedì 7 settembre 2009

Sul Pianeta di Ghiaccio

Lunedì 31 Agosto 2009 - Sono naufragata su un Pianeta di Ghiaccio. Ci sono arrivata in barca, non ricordo, con altre persone: donne, uomini, bambini. All'inizio cerchiamo di sopravvivere li dove siamo atterrati, una distesa biancazzurra battuta da un vento incessante. Fa molto freddo. Il rumore dei frammenti di ghiaccio che rotolano spigolosi è simile a quello di un campanellino continuo. Ben presto la situazione degenera, tra gli uomini ci sono sempre litigi e combattimenti per il poco cibo rimasto e per il comando. Le donne hanno la peggio e in più vengono sfruttate per fare i lavori più duri. Decido di andarmene. Le donne del gruppo mi seguono, con i bambini a carico. Ho individuato una grotta ghiacciata ad un giorno di cammino. Partiamo di notte ma sul Pianeta di Ghiaccio non è mai buio, il ghiaccio infatti durante la notte emana esso stesso una luce azzurrina. Arrivate alla grotta incomincio subito a renderla più accogliente. Dentro la grotta è liscia e circolare come un igloo molto grande, al centro c'è uno spazio vuoto circondato da divani di ghiaccio ricoperti con pelli. Dietro il divano, salendo due gradini, si accede all'anello superiore. Tutto intorno al camminamento, nelle pareti, sono ricavate tante nicchie grandi come stanze, ogni donna ne prende una e la arreda come vuole. Le donne con i bambini maschi sanno che li potranno tenere con loro fino al compimento degli otto anni, poi devono lasciarli andare tra gli uomini. Di fronte all'ingresso, sulla parete opposta, c'è la stanza del tabernacolo. Li decido di custodire i nostri tesori, li ho trovati cercando tra le macerie del naufragio. Essi sono una pentola a pressione, un paio di calzini antiscivolo e un punteruolo da ghiaccio. Non so ancora come potrò utilizzarli, ma so che presto mi saranno molto utili. Ho paura che gli uomini possano venire a rubarceli e quindi decido, sempre con il consenso delle altre, di istituire dei turni di guardia. Due di noi, a turno, staranno sveglie davanti all'entrata della grotta, controllando che l'altra non si addormenti e pronte ad avvisare al minimo segno di attacco. Poi penso che è inutile che stiano fuori al freddo, freddo che entra anche nella grotta. Allora stacco dalla parete esterna della grotta un grosso blocco di ghiaccio e lo faccio rotolare fino all'entrata, è della misura perfetta. Così staremo tutte dentro, anche le due di guardia potranno mettersi sul divano nell'atrio, così saranno all'interno, al caldo e comode. Tanto il mondo fuori e solo ghiaccio e vento incessante. Mi sto svegliando, guardo il blocco di ghiaccio che ho messo a chiudere l'ingresso: è quasi trasparente, enorme e spesso più di un metro, quando gli uomini arriveranno, per spostarlo o scalfirlo faranno fatica e rumore, e noi saremo pronte. Apro gli occhi, e un senso di solitudine mi pervade.Se l'Acqua rappresenta il regno delle emozioni e dei sentimenti, io sono naufragata e devo sopravvivere in un luogo dove le emozioni e i sentimenti sono congelati.
Entrare nella Grotta Onirica significa voler analizzare nuovamente un avvenimento del passato al fine di risolvere un problema attuale. Quello che c'è nella Grotta ci da le indicazioni su come superare il blocco della situazione attuale o il trauma che ci ossessiona. Uscire dalla Grotta indica l'aver compreso come uscire dall'angoscia che ci attanaglia nella vita da svegli.
La Pentola è un simbolo femminile, crogiolo da cui ha origine la vita. Raffigura la conoscenza. La mia pentola è a pressione. Proprio come mi sento, compressa.
Le Calze indicano un bisogno di essere amati. Le mie sono antiscivolo, per associazione libera penso che voglio entrare nel mondo dell'amore con passo sicuro, senza pericolo di cadere.
Il Punteruolo o lo Scalpello servono per rompere il ghiaccio, incidere e scalfire. Potrebbero servire anche per incidere un disegno o un simbolo nella materia. Al momento non so cosa farne.
L'Igloo indica che sotto una apparenza fredda o indifferente c'è un ribollire d'amore e passione.
Io mi sono chiusa dentro, e non voglio che il blocco di ghiaccio venga scalfito, ho messo anche le guardie. Da cosa devo difendermi?
Da quegli uomini egoisti e sfruttatori che possono entrare e rubarmi una femminilità e una conoscenza tenute sotto pressione, che rischiano di esplodere, una cautela nel fare il passo e nel mostrarsi a piedi nudi, la paura di rivelare l'anima, e lo strumento che mi permetterebbe di rompere io stessa il ghiaccio e di incidere nella mia vita.
Così preferisco stare dentro. Ma è vita questa?

giovedì 3 settembre 2009

La Proposta, la Lettera

Prima di addormentarmi stavo proprio pensando che trascinata nel vortice degli ultimi avvenimenti avevo perso di vista il mio vero obiettivo. Ed ecco che prontamente, evocato, il Maestro ricompare nei miei sogni per propormi qualcosa di inaspettato e per darmi un messaggio.
Venerdì 28 Agosto 2009 - Sono alla guida della mia macchina, giro per le strade di zone industriali e palestre. Davanti ad un cancello che poi diventa un portone a vetri di una ditta-palestra che poi diventa la sua casa vedo K. Mi saluta, e mi racconta dell'incontro con alcuni rappresentanti di prodotti cosmetici che volevano provasse una crema per il corpo al cacao. Lui non voleva rimanere impegnato per un giorno con quelle persone e così gli sono venuta in mente io e ha raccontato che con la sua amica M. l'aveva già provata. Ma siccome così non era e a lui non piace raccontare palle forse era il caso di farlo davvero. Io dalla macchina ascolto tutta la sua storia e solo dopo penso che poteva essere una proposta. E' che come al solito capisco sempre in ritardo. Ora vedo i particolari della sua testa che gira in 3D come in una visualizzazione al computer ma è reale. Osservo da vicinissimo le sue sopracciglia, il naso, gli occhi, penso che è proprio bello. Bello per me. Lui mi consegna una lettera e io ricordo che gliene avevo scritta una tempo fa. Forse allora è la risposta alla mia lettera? Cerco di ricordare cosa gli avevo scritto. Mi sveglio.

Il Cioccolato Onirico è l'indizio di un bisogno affettivo. Riceverlo significa essere amati, offrirlo amare.
La Crema Onirica dimostra che godiamo di nuovo della approvazione degli altri.
Il Corpo incarna la personalità del sognatore.
La Fabbrica Onirica è la fabbrica della vita dove ogni prodotto grezzo del nostro vissuto subisce una metamorfosi. Quella alla quale ho accostato guidando la mia macchina è una fabbrica, palestra, casa del Maestro. Un triplice indizio che devo fermarmi per cambiare me stessa.

Cosa devo cambiare? Quali sono i punti salienti? Me lo dice il Maestro Onirico. Come al solito con il suo esempio: . Non sprecare tempo con chi non vuoi stare . Non mentire a se stessi . Tutto è possibile di mutamento . Non essere schiavo della approvazione di tutti . Ammetti il tuo bisogno di amore . Sii pronto a riceverlo, vivi il momento . Non guardare al passato perdendoti il presente.

Il Volto è l'espressione muta dell'essere. Trasmette ciò che l'individuo sente, vibra e concepisce dentro di se.
Il Naso concerne i problemi da risolvere, le situazioni da delineare.
Gli Occhi concernono la presa di coscienza.
La Lettera indica autoconoscenza, capacità di percepire e di discernere.

Tutto quello che c'è da sapere su di me lo so perché l'ho scritto. Devo solo imparare ad accettare quello che mi da il Maestro. E ricordarmelo.