domenica 29 dicembre 2013

Fleur du Mâle - Jean Paul Gaultier

Flaur du Mâle è stata una rivelazione inaspettata. Un eau de toilette intensa e persistente come un eau de parfum, Morbida e rotonda, calda, inebriante. Classificata come un profumo da uomo, è il profumo di un uomo con la pelle setosa che odora di donna, eppure mascolino. Sensuale e discreto. Esplode di fiori bianchi e miele.
Non ho saputo resistere, mossa come sotto ipnosi sono andata a cercarlo, consapevole che in Italia è quasi impossibile trovarlo. L'ho visto nella seconda profumeria, l'ultimo pezzo oltre al tester. Il torso bianco puro, il suo profumo di fiori d'arancio. Era destino...



Fleur du Mâle (Jean Paul Gaultier) - 2007 - Floreale Fougère (Francis Kurkdjian)
Petitgrain, Boccioli di Fiori d'Arancio, Neroli, Miele bianco, Felce, Muschio, Cumarina, Camomilla, Basilico  

sabato 28 dicembre 2013

I Fiori del Maschio

Venerdì 27 dicembre 2013 - Ho appena incontrato un maschio che mi ha deliziato tutta la notte, la sua pelle profuma di fiori bianchi, come di femmina. Il mattino dopo, la prima immagine sfuocata che mi appare davanti agli occhi è un mazzo di tulipani rossi, alcuni in boccio e alcuni quasi schiusi, la lingua nera all'interno del petalo che brilla lucida. La sua mano me li porge e me li fa odorare sul cuscino, metto a fuoco il suo viso: sopra un bel sorriso, occhi color tigre. Mi sveglio.

mercoledì 31 luglio 2013

Le Calze Grosse e i Sandali



Mercoledì 31 Luglio 2013 - Sono nel bagno della casa di mia nonna materna, sto preparandomi per andare al lavoro. Mi trucco gli occhi di grigio bluastro ma ho preso troppo colore e vengono due macchie inverosimili, cerco di pulirle e mi accorgo che su una guancia ho disegnata la bandiera americana, le stelle fatte con le paillette. Frego con il cotone e il latte detergente ma i colori fanno fatica a venire via. Sono in ritardo, mi vesto parzialmente e caccio il resto dei vestiti nella borsa del cibo per la pausa pranzo. Devo uscire di casa per andare a prendere il treno. Mia mamma mi sgrida non so bene per cosa, litighiamo e le faccio dei gestacci ma che non vogliono dire nulla, le mani non fanno quello che voglio. Uscita dal portone mi rendo conto di aver dimenticato la borsa. Ora è la casa dove abitavo da piccola, la vetrata dove si intravede l'atrio e la portineria è enorme. Il citofono in alto e non vedo bene i nomi scritti sulle targhette. Cerco di ricordare che posizione avevamo e mi rendo conto di non sapere il nostro nome. Schiaccio a caso e fortunatamente l'inquilino apre senza chiedere chi è. Recupero la borsa e con tutti i parenti andiamo dal dottore. Devo fare un prelievo per vedere il livello di glucosio nel sangue. Il mio dottore mi ha detto di andare presso una villa e chiedere della sua infermiera, che mi farà l'esame. La villa è un castello, ponte levatoio, cortile interno, simile al Castello Sforzesco ma più piccolo, una residenza di campagna. Trovo l'ingresso dello studio medico ed entro. C'è moltissima gente, confusione, tutti in cappotto, la stanza è immersa in un buio invernale illuminato a tratti da abat-jour. Mi siedo e aspetto, cerco di individuare l'infermiera tra tutta questa massa di gente irrequieta. Improvvisamente mi si avvicina un dottore, è il collega del mio. Indossa il camice e una sciarpa di lana rossa intorno al collo. E' molto alto, con una massa di capelli ricci e occhi penetranti.
Mi prende i piedi, io li guardo e vedo che indosso sandali dorati con tacco alto e calze di lana grossa color blu piombo. Mi slaccia i sandali e mi toglie le calze. Afferra le mie gambe per le caviglie e comincia a farle oscillare e piegare. Li in mezzo alla sala d'aspetto, seduta su un divano insieme ad altri pazienti, io mi chiedo se tutto questo sia regolare, le persone intorno a me non fanno una piega. Una donna seduta alla mia sinistra si alza e si sposta. Il medico continua a sbattacchiarmi e io mi sento fuoriuscire dal corpo, sono fatta di aria. Si toglie il camice e rimane a torso nudo con la sciarpa rossa intorno al collo. Appoggia i miei piedi sul suo petto e si avvicina costringendomi in una posizione rannicchiata. Mi sento risucchiata velocemente nel mio corpo, i suoi occhi fiammeggianti a pochi centimetri dai miei. Impossibile non guardarli. Il dottore si stacca, rimette il camice e mi chiede se ho sentito qualcosa di strano, metafisico. In effetti è così ma non riesco a dirlo verbalmente. Mentre mi rivesto mi dice di tenerlo aggiornato, perché gli effetti arriveranno a breve. Ha capito ma vuole sentirselo dire.
Esco nel cortile del castello. Cammino sul selciato polveroso guardandomi i piedi. Le calze grosse e i sandali. Mi sveglio.

mercoledì 29 maggio 2013

Siamo Polipi Elettrici alla Ricerca di Risposte


























Ci sono dei segni. In qualsiasi cosa ci circonda. Basta essere pronti e coglierli. Spesso ho posto una domanda e aspettato. La risposta arrivava. Sempre. Per vie misteriose, un libro, una frase alla televisione, qualcuno che parla proprio di quella cosa li. E' come se noi buttassimo in continuazione propaggini filamentose, elettriche, ricche di ventose, intorno a noi stessi. Esse esplorano, captano, afferrano. Poi succede che un giorno si seccano tutte e cadono. Improvvisamente ti senti svuotato e scarico. Chiuso tutto su te stesso. Ci vuole tempo perché ricrescano, tempo e dedizione. Ma ricrescono. Siamo polipi elettrici alla ricerca di risposte. Ma quello che fa ricrescere i tentacoli è avere domande.


venerdì 24 maggio 2013

Nashville

Venerdì 24 Maggio 2013 - Sono a Nashville, partecipo ad una gara ma non so di che si tratta. So solo che devo cambiare abito e sfilare più volte al giorno. A Nashville ci sono diverse manifestazioni tutte contemporaneamente, è un gran casino, raduni di bikers vestiti anni anni '60, la gara dove sono iscritta io, il festival della canzone country, il raduno della guardia nazionale...le immagini del film di Altman si sovrappongono alla realtà. Mi comunicano che ho vinto. Altro cambio d'abito, i colori dominanti sono tre, verde smeraldo, giallo cromo e rosso, tre abiti da sera di raso scintillante e tacchi alti. Cammino su una strada polverosa, evitando la gente. Mi sento strana, come se il fatto di aver vinto sia la fonte stessa dell'ansia che mi attanaglia. Cammino tenendomi lo stomaco, le fitte che si attorcigliano arrivano fino alla realtà. Mi sveglio, sto male.







domenica 19 maggio 2013

L'Orto dei Profumi



Sabato 27 aprile 2013 - Ti ho sognato prima, avevamo un orto delle erbe, nel giardino di un chiostro, era bello...profumo di erbe aromatiche e silenzio...ci baciavamo...era una notte calda

Il giardino onirico è il nostro centro paradisiaco interiore, rappresenta la vita naturale, sessuale e quella dell'anima. Raffigura la percezione interiore che si rivolge all'esterno. E' il luogo dove non bisogna far entrare coloro che devastano i fiori, gli alberi, le erbe perché ogni pianta rappresenta un potere magico, affettivo, amoroso, divino che va protetto.
Nel giardino onirico c'è tutto quello che si ama. 


Le erbe rappresentano i rimedi, le meraviglie, la fortuna. Sono intimamente collegate al potere curativo e vivificante. Le erbe aromatiche oniriche sono dotate di poteri magici che attirano, ammaliano chi ne respira il profumo.



giovedì 2 maggio 2013

Passaggi a Livello


Giovedì 2 maggio 2013 - Mi guardo allo specchio, sono dal parrucchiere, ho capelli rossi ramati molto folti e vaporosi, ma spostando il ciuffo noto con angoscia che sono come quelli delle bambole e che manca completamente una parte sottostante. Non si vedeva perché il ciuffo ricadeva sopra coprendola. Improvvisamente mi trovo nel paese dove sono cresciuta da bambina, cammino verso la stazione ferroviaria, faccio fatica a riconoscere le strade e i palazzi, sono cambiati moltissimo. Come trasportata da una forza invisibile mi trovo in mezzo ai binari, dove ci sono i passaggi a livello, una fila interminabile di macchine e camion scorre a velocità sostenuta schivandomi, c'è polvere e chiasso, e in più sta arrivando il treno che sembra non aver intenzione di fermarsi, fischia, io non so come fare a salvarmi, mi sveglio in mezzo alle rotaie in preda al panico, con il treno e un camion che stanno per incrociarsi proprio dove sono io.

mercoledì 1 maggio 2013

Verde, Azzurro

Mercoledì 1 maggio 2013 - Vivo in una casa al mare con mio papà. Si è appena trasferito da me, ha una stanza tutta sua che ha attrezzato immediatamente con un telefono anni '70 di quelli che si chiudono. E' azzurro trasparente e ha allungato il filo per poterci parlare dal letto e comunicare con una vicina di casa bionda. Guardo nel frigorifero e non trovo più gli asparagi e tutte le verdure verdi che avevo comprato. Passando davanti alla sua camera noto tra le lenzuola i resti delle verdure. Le ha mangiate crude. Mi sveglio. Vado a pranzo da lui, porto gli asparagi.

sabato 6 aprile 2013

Il Vincolo

Mercoledì 3 aprile 2013 - Giro tra le bancherelle di un mercato sotto la pioggia. Cerco un vincolo che mi faccia uscire di casa. Lo trovo, è arte del riciclo, un anello delle lattine di alluminio inglobato in una mattonella di legno antico. Tocco la superficie dell'oggetto, è bellissimo. Mi sveglio.

mercoledì 27 marzo 2013

Sulla Vespa

sono sotto sequestro di un seduttore. mi porta in giro con la sua vespa gialla facendo le impennate, e' bellissimo, mi stringo forte a lui e sento la sua cassa toracica tra le mie braccia, il cuore batte forte e hop su! a volte con noi, in tre sul motorino, c'e' sua sorella adolescente. la polizia ha circondato l'albergo dove stiamo, uno di quelli che si vedono nei film americani, sulla route 66. io ero dall'estetista a farmi spalmare di crema quando tornando in camera vedo la situazione. passando per la scala antincendio sul retro, recupero il mio rapitore e scappiamo dalla finestra. mi sveglio, con il sole caldo ancora sulla pelle, aggrappata a lui, dietro, sulla vespa.
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martedì 26 marzo 2013

La Mafia Russa e Il Guru delle Cerette

Martedi 26 marzo 2013 - sono sdraiata su un lettino abbronzante in un locale notturno gestito dalla mafia russa, faccio due sedute e sento gia' la pelle che si e' scaldata.Sono tutti molto gentili anche se hanno un aspetto da Bruce Willis in Die Hard poco consono a gestire un centro estetico. Passo in un altro locale, sembra una clinica bar e vedo all'opera, su mia zia, il guru delle cerette viso venuto apposta da st. Tropez in elicottero, assomiglia ad Austin Powers ma è serissimo, usa una ceretta mollissima, sembra chewing gum, mi mostra come usarla, deve fare il filo, dice
. Mi dice di aprirgli le tende che ha bisogno di aria...guardo fuori siamo sulla costa azzurra. Allineo dei bicchieri di cristallo e chiudo le antine del mobile che li contiene mentre mi sto svegliando.
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lunedì 25 marzo 2013

Il Mutamento del Correre


Lunedi 25 Marzo 2013 - Sono su una pista di atletica, l'asfalto rosso le righe dipinte di bianco. Inizio a correre, come al solito, grandi falcate lentissime che mi fanno galleggiare a due spanne da terra. Come da qualche tempo a questa parte le falcate non mi portano molto lontano, è come se galleggiassi senza spinta di propulsione. Ora sono in vicoli di città storiche, Urbino o forse Venezia, la gente a piedi è più veloce di me che sto correndo. Improvvisamente riesco a toccare con le punte dei piedi il terreno e capisco che è da li che posso attingere la spinta. Inizio a correre leggera, in punta di piedi, ma ora la corsa ha propulsione e finalmente riesco a muovermi in una direzione volontariamente. E' bellissimo.




Bisbigli

Martedi 22 gennaio 2013 - Sono in macchina al telefono con te. Ti sento lontanissimo, come se bisbigliassi, io mi chino in avanti, tutta raccolta per riuscire a sentire quello che dici. Mentre parlo, e la mia voce rimbomba, tocco la moquette nera pelosa della macchina. Un gruppo di majorettes vestite di nero con colletti e stivaletti rossi attraversa la strada davanti a me. Sono ferma e non riesco più a sentirti. Mi sveglio in preda al panico.

Il Carlino

Domenica 24 Marzo 2013 - E' pomeriggio ma devo assolutamente dormire. Sogno un sogno confuso, nel letto con me c'è un carlino di 80 kili che mi da le testate per baciarmi. Ha la testa enorme, pelo morbido e orecchie setose. Ogni volta che mi colpisce mi atterra sul cuscino. E' un sogno così reale che mi sveglio trattenendo il carlino tra le braccia.

domenica 24 marzo 2013

Sulla strada costiera

Venerdi 22 marzo 2013 - Cammino nuda su una strada costiera, la mano che tiene il telefono a coprire il pube. Sono nuda perche' non ho voluto vestirmi. Le macchine che passano rallentano, le persone dentro mi osservano. Penso che ora se fossi stata coperta non mi si noterebbe, ma non volevo e quindi va cosi. Nel senso inverso al mio arriva un vecchio segaligno con la barba, e' tedesco, rallenta il passo e mi osserva da vicino mi dice delle cose che non capisco ma suonano oscene. Io proseguo per la mia strada e solo ora vorrei avere indosso vestiti. Mi sveglio.

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domenica 20 gennaio 2013

A Scuola

Domenica 20 gennaio 2013 - Sono a scuola, in un edificio antico e un po' diroccato. Le classi sono ricavate in ogni spazio, anche nei corridoi. Per passare da una stanza all'altra bisogna scavalcare i banchi. Informatica, elettronica, chimica, matematica...tutti i banchi sono messi addossati l'uno all'altro, con gli strumenti in equilibrio precario. Io sono nella classe di flamenco. E' una stanza enorme, con il camino acceso e bellissimi arazzi appesi alle pareti. Il pavimento in legno antico risuona forte e perfetto,  senza cedimenti, sotto i nostri tacchi. Balliamo fluide, la stanza è veramente grande e libera, abbiamo tutto lo spazio. Le finestre aperte fanno uscire le note della nostra musica. E' estate.

Ci muoviamo come un solo corpo, ma ognuna ha il suo modo peculiare di esprimersi attraverso la danza. Finisce la lezione, alcune ragazze si cambiano, io esco direttamente così, devo seguire Lucia che sono venuta con lei. Usciamo dalla finestra, scavalcandola e inizio a camminarle dietro. Dice che ha parcheggiato al porto, siamo ad Alghero, e taglia giù passando per il giardino fatto a gradoni. C'è tantissimo dislivello tra un gradone e l'altro. Il passaggio che sta facendo è composto da  cubi di porfido di circa 40 centimetri di lato, incassati nella terra del prato. A volte tra un cubo e l'altro c'è più di un metro e sono quasi allineati verticalmente. Ho paura di cadere e rallento. Quando finalmente riesco a scavalcare la recinzione mi trovo nella strada del porto ma di Lucia non c'è più traccia. Inizio a camminare lungo la via principale, porta fino in centro, cercandola con lo sguardo. Fa caldo e sollevo la gonna lunga e nera, i tacchi e le punte delle mie scarpe sono tutti cosparsi di chiodini martellati nella suola, ad ogni passo faccio un rumore metallico sulle lastre di basalto. Tac, tac...passo attraverso la gente e i turisti con incedere felino e fiero. Arrivo fino in cima ma Lucia non c'è. Ritorno indietro seguendo un'altra strada finché, quasi arrivata di nuovo al porto, vedo i suoi capelli biondi. Mi aspettava sulla sua barca. Ecco perché non l'avevo vista, credevo fosse in macchina. La barca è in effetti la conchiglia vuota di una piscina per giardino. Mi spiega che sotto ci sono dodici sassi che la tengono a galla. Mentre mi aspettava ha dovuto svuotarla dall'acqua che era entrata per via di un onda un po' più alta del normale. Mentre mi arrovello su come i dodici sassi possano tenere a galla la piscina, il sogno si inonda di luce bianca e caldissima, tutto sfuoca e io sono l'unico elemento visibile vestita di nero. Mi sveglio.

martedì 8 gennaio 2013

Il Quarto Compito di Psiche



Ho letto questo libro ("Le dee dentro la donna" di Jean S. Bolen) molti anni fa... c'era questa storia dei Quattro compiti di Psiche (che riporto con parole mie)...



Nella Mitologia Greca Afrodite, madre di Eros, quando scopre che Psiche è innamorata di Eros e da lui ricambiata, decide con uno stratagemma di separare gli amanti. Psiche allora cerca di riconquistare l'amore ed Eros, andando direttamente e umilmente da Afrodite.

La dea le ordina di eseguire quattro compiti, certa che non riuscirà a portarli a termine tanto sono difficili.

Il primo compito DIVIDERE I SEMI equivale a fare ordine nella propria vita separando ciò che ha valore da ciò che distoglie energie e non vale niente, fidandosi del proprio intuito (i semi differenti vanno ordinati in gruppi e separati dalle impurità, Psiche riesce perché vengono in suo aiuto le formiche, che rappresentano l'intuito che porta a livello conscio le sensazioni inconsce che abbiamo)

Il Primo Compito di Psiche

Il secondo compito PRENDERE UN FIOCCO DI LANA DEL VELLO D'ORO equivale ad acquisire il potere senza rimanerne schiacciate o cambiare la propria natura (Psiche riesce a prendere il vello d'oro, seguendo il consiglio di una canna del fiume, aspettando la notte quando il gregge di arieti dorme e raccogliendo il vello d'oro dai rovi in cui è rimasto impigliato) Portare a termine questo compito significa riuscire ad affermarsi in modalità assertiva e femminile, senza esprimere bisogni e rabbia in interminabili confronti aggressivi che non verrebbero comunque ascoltati e che ti etichetterebbero come una rompiballe, ma usando la flessibilità della canna, che si piega ma poi ritorna dritta com'era senza spezzarsi. Significa saper agire subdolamente, mantenendo il silenzio, per raggiungere l'obiettivo. Saper aggirare lo scontro, usando armi femminili, ma riuscire lo stesso a fare quello che si vuole. Vuol dire avere il potere e sapere come usarlo.

Che Cos'é la Casa e The Blue Fly - Il Tempo della Mosca e Tempo Sospeso e Tempo Manifesto


Il terzo compito RIEMPIRE L'AMPOLLA DI CRISTALLO CON L'ACQUA comprende il saper immergersi nel flusso d'acqua che è la vita ma saperla anche guardare da una prospettiva più distaccata per poter agire in maniera utile ad ottenere ciò che si desidera, riuscendo a nuotare nelle emozioni ma senza lasciarsi travolgere quando si ha bisogno di affrontare un cambiamento. (Qui Psiche viene aiutata dall'aquila che la solleva in volo per raggiungere la fonte. L'aquila vede il paesaggio da una prospettiva distante e poi piomba giù per afferrare ciò che le è necessario, rapidamente e andando dritta sull'obiettivo).

Il Terzo Compito di Psiche

Il quarto compito IMPARARE A DIRE DI NO prevede il dover scendere negli Inferi con un piccolo scrigno per farselo riempire da Persefone con il balsamo dell'eterna giovinezza. Afrodite lo rende ancora più difficile perché dice a Psiche che dovrà chiudere il cuore alla compassione per tre volte. Per tre volte dovrà ignorare i lamenti dei bisognosi e procedere per la sua via. Se non lo farà, rimarrà per sempre nel mondo degli Inferi, sottoterra. Questo viene considerato il compito più difficile, stabilire una meta e saper mantenere il comportamento adatto a raggiungerla, senza farsi fermare. Dire di no significa esercitare il diritto alla scelta, senza subire imposizioni o soccombere alla predisposizione naturale alla disponibilità verso gli altri sacrificando la possibilità di determinare la propria vita. Mette in guardia dal cedere alla "pietà", quale modalità di relazione con l’altro, per consentire di raggiungere la propria completezza.
In suo aiuto viene la Torre, che rappresenta la solitudine, le indica il sentiero e come fare a risolvere i problemi pratici. Due monete per pagare Caronte andata e ritorno e due focaccine d'orzo per distrarre Cerbero. Ma sono i tre no ai bisognosi che rappresentano la parte più difficile. Le parti bisognose di noi che non ci fanno progredire perché hanno bisogni incolmabili. L'uomo claudicante che conduce l'asino da cui cadono continuamente dei ramoscelli e che le chiede di raccoglierli, la mano brancolante di un moribondo che affiora dall'acqua e le tre donne che vogliono aiuto a tessere i fili del destino.
Solo riuscendo a mettere a tacere queste richieste Psiche potrà incontrare Persefone, che regna sul mondo ctonio. Ella rappresenta la nostra capacità di dominare il nostro mondo sotterraneo. Chi lo domina , e ne è quindi regina, acquisisce una bellezza senza tempo.
Psiche riesce nel compito fino a quando si trova ad avere in mano lo scrigno e ad essere ritornata sulla superficie. Qui, decide di testa sua e apre lo scrigno. Ne esce un sonno magico che la sprofonda in uno stato di torpore e poi in un sonno ininterrotto.

Era ottobre 2010 quando stavo affrontando il Terzo Compito senza averne una consapevolezza se non di pancia.
Rileggo a ritroso e mi imbatto in questo post e scopro che senza accorgermene ho concluso il Terzo Compito e ho iniziato il Quarto senza saperlo.

...e il secondo? Il Secondo Compito per me è durato quasi due anni. Nel 2009 ne avevo anche li una consapevolezza viscerale, che si è materializzata con l'acquisto di una casa tutta mia da dove ripartire. Mi ci sono trasferita nell'agosto 2012.

Il Quarto Compito sento che sarà difficilissimo per me. Ho già esercitato una scelta. L'ho fatto con la modalità del Secondo Compito, ma ciò non sembra essere sufficiente... Bisogna rendere esplicito ciò che è implicito.
Dominare le proprie parti insensatamente bisognose, non cercare risposte se non in se stessi.
E forse ciò che mi sembra difficilissimo sarà questione di un'attimo. Ciò che devo introiettare è che essere impietosi a volte è l'unico modo per passare ad un altro livello. Dopo, si può e si deve tornare ad essere generosi.
Dall'implicito all'esplecitato.
Dal Sospeso al Manifesto.
Dal Nascosto al Luminescente
Dal sotterraneo al sopractonio
Dal sognare di vivere al vivere.


Come finisce la storia? Psiche viene risvegliata da Amore, il suo compagno, che richiude il sonno nello scrigno e glielo fa consegnare ad Afrodite. Questo è l'ultima parte del compito, senza la trasgressione di Psiche non avrebbe potuto compiersi. Ispirare amore e accettare aiuto. Per non essere più arroccati come una torre solitaria.


lunedì 7 gennaio 2013

L'Assassinio del Vecchio Amante


17 Dicembre 2012 Lunedì - Sono una donna manager molto impegnata, ho appena ucciso un mio vecchio amante e chiamo Grazia, la mia assistente, per dirle di pensare lei al cadavere. Intendendo che lo facesse a pezzi e poi sparire. Invece torno a casa e in camera da letto, nel letto, oltre a lui c'è anche una donna morta. Dev'essere una di cui Grazia voleva liberarsi. E' che però li ha sistemati li tutte e due supini, belli dritti, con le braccia a croce sul petto. La chiamo immediatamente... arriva... Almeno poteva metterli come se fossero morti durante un amplesso... Insieme a Grazia arriva anche la polizia. Sono gendarmi francesi. C'è questo ispettore, porta il cappellino da gendarme ma indossa un'impermeabile, mi tira subito da parte e comincia a farmi una serie di domande, se conoscevo lui, se conoscevo lei...non ha senso mentire che lui, si, lo conoscevo e che si, era stato un mio amante ma, ora, la storia era finita e non mi interessava assolutamente più nulla di lui. Mentre racconto i fatti, o parte dei fatti, al poliziotto, continuo a pensare a Grazia, non ci siamo accordate e spero che dica più o meno le stesse cose. Comunque non ha importanza, io sono il capo...potrebbe non averle sapute...Mi sveglio un po' agitata, con il gendarme che sembra aver mangiato la foglia.

giovedì 3 gennaio 2013

La Rana Toro

3 Gennaio 2013 Giovedì -  Ho una bicicletta tecnologica bellissima, color canna di fucile opaco, mi muovo con quella. Sto tornando dal lavoro quando vedo, parcheggiata sul ciglio della strada, in curva, la mia macchina. L'ho lasciata parcheggiata li non so quando, completamente scapottata. Mi domando come ho potuto fare una cazzata del genere, non ricordo di averlo fatto...controllo l'interno, manca il frontalino della radio ma mi hanno lasciato appoggiato li il cd dei Massive Attack, è azzurro, in realtà forse non hanno mai fatto un cd azzurro. Manca l'orologio, c'è un buco che sembra un'orbita vuota in mezzo al cruscotto. Osservo dietro, sul sedile dietro il guidatore c'è la mia borsa spalancata. Il borsellino non c'è ma perché l'avevo preso io, anche se non mi ricordo di averlo preso e mi sembra impossibile che io mi sia separata dalla mia borsa. Controllo dentro e non manca nulla...riprendo la borsa... continuo ad arrovellarmi sul perché abbia lasciato la mia macchina in quelle condizioni, tutta aperta...piego la bici tecno, ci sta perfettamente incastonata nei sedili dietro e mi metto alla guida. Infilo le chiavi e ho un vago ricordo dell'ultima volta che l'ho guidata, c'era un tepore primaverile e avevo deciso di aprire la capote, era bellissimo guidare così, il sole tiepido sulla pelle, i capelli che spuntavano dal cappello, mossi dal vento. Improvvisamente la macchina torna tutta perfetta, non manca più nulla, accendo la musica e capisco che stavo sognando. Credo di essere sveglia ora, sto entrando in un supermercato che ho già visitato nei miei sogni altre volte. E' un supermercato strano, si entra uno per volta da un contapersone, e il primo settore, posizionato in un angolo di un corridoio stretto, è la gastronomia. Lo supero, sono a dieta, mi avvio veloce verso l'entrata dell'hangar in cui ci sono tutti gli scaffali, l'hangar è di quelli che si vedono nei film d'azione americani, dove parcheggiano gli aerei che devono essere riparati o dove avvengono gli scambi tra le spie di paesi avversari. Si entra da una grande porta con pannelli di plastica dura trasparente come tende, per non far passare lo scambio di calore. Sto per spostare un pannello quando il mio occhio viene catturato, a sinistra, da qualcosa sul banco del pesce.
C'è una vaschetta di polistirolo bianco, divisa in settori, in ogni settore dorme immersa nell'acqua una rana. Sul bordo davanti c'è una scritta "SONO VIVO" ma gli animali sembrano in realtà morti. Improvvisamente il ranocchio più grosso, apre gli occhi e mi guarda. E' una enorme rana toro verde smeraldo e verde chiaro, porta una raganella in testa che sembra una coroncina, salta giù e comincia a camminare verso di me. Io sono terrorizzata, cerco di tenerlo a bada frapponendo tra noi un telo mare tigrato che possiedo davvero, ma lui insiste nell'avvicinarsi, mi vuole baciare, ne sono fortemente attratta, potrei scappare, ma ne ho ancora paura. Improvvisamente mentre cammina si trasforma in un gatto verde. Pesa circa sei chili e il pelo è del colore della rana e della stessa consistenza pitonesca bellissima, sento l'impulso di accarezzarlo.
Mi sveglio.
Non è la prima volta che sogno una rana, di cui ho paura nel mondo da sveglia, un toro, l'ho sognato due volte, molto tempo fa...correva verso di me e mi spiaccicava conto il muro per baciarmi appassionatamente...e il gatto, che avevo in casa quindi era più probabile sognarlo. E il serpente? non ricordo.
Qual'è il messaggio che accomuna questi quattro animali nel mondo onirico?
Essi parlano di metamorfosi.
La Rana simboleggia il piacere, le metamorfosi, l'allegria e il risveglio delle gioie terrene.
Il Toro la passione, la sensualità, i desideri istintivi. Il toro che atterra il sognatore lo rende folle d'amore e di istinto puro. E' uno dei più potenti simboli della vita sessuale.
Il Gatto è la sensualità femminea, dolce e tenera, legato a doppio filo con il serpente per il suo simbolismo sessuale.
Il Serpente rappresenta il principio vitale inconscio e la nostra vita sessuale. Racchiude in sé il maschile e il femminile. La trasformazione. Nello specifico il Pitone indica uno stato di chiaroveggenza.  

Come l'auto rappresenta il modo in cui stiamo guidando la nostra vita, la bicicletta ne specifica ancora meglio le qualità che mettiamo in gioco. Per andare in bicicletta bisogna essere grandi (maturità raggiunta) e ci vuole equilibrio. Denota la capacità di progredire con le sole nostre forze e sfruttandole al meglio. E' l'inizio della vita da adulti sia sessuale che di autodeterminazione del sé.
La Borsa e il suo contenuto è la vita della donna.

La mia è confusionaria e magari troppo piena, ma c'è tutto. Tutta me stessa.

mercoledì 2 gennaio 2013

Occhi Azzurri Occhi Marroni




15 Ottobre 2012 Lunedì - E' venuto a trovarmi il ragazzo della Sicilia, quello con cui sono andata avanti anni a scriverci l'un l'altro lettere...Pero' appena arrivato invece di stare con me esce e va al cinema con k.  che in più mi chiama per dirmi che non ha soldi se glieli porto...
Allora faccio un' osservazione al telefono, che lui era venuto per vedere me e tornano. Ma ora insieme a lui c'è la sorella adolescente, la deve portare a scuola...
Continuiamo cosi, sempre con qualcuno intorno, mai da soli, finché riesco a chiamarlo in un angolo.
Gli chiedo se mi ama e lui dice no. Allora gli dico che e' meglio se non viene più a trovarmi, ci vedevamo una volta all'anno. Lui mi dice che non può amarmi perché e' un professore universitario e io invece non sono laureata.
In quel momento sento un caldo che mi scende dalle cosce, sollevo la gonna e vedo colare sangue ma e' come acqua calda che scende lungo le gambe. Mi avvicino e lo bacio guardandolo negli occhi.
I suoi occhi sono azzurri, come sono in realtà.
Sento i corpi che si sciolgono, calore e pulsione, siamo vicinissimi, a contatto.
Mentre mi guarda dritto nei miei, i suoi occhi cambiano, diventano marrone chiaro, liquidi e fondenti.
Mi sveglio. Sto piangendo. Mi riaddormento, sono in una piazza di paese. C'è una festa.
Ci sono tutti i tavoli all'aperto, tovaglie bianche bellissime, posate d'argento e bicchieri di cristallo.
Come una riunione di famiglia nella campagna signorile '800. Sono seduta a fianco di una mia collega, è passato un anno dal sogno di prima. Le sto spiegando il sogno che ho fatto, e guardandole gli occhi vedo che indossa lenti a contatto con disegnati denti di vampiri. Denti bianchi sull'iride e la bocca rossa sulla parte bianca dell'occhio.
Ad un tratto vedo spuntare, dalla via che porta alla piazza leggermente in salita, il ragazzo.
Viene verso di me con uno zaino in spalla. Mi guardo intorno calma, si e' sollevata una brezza che solleva i lembi delle tovaglie, alzo la testa, sono sotto un albero maestoso nel centro della piazza, ha foglie verde chiarissimo che vibrano alla brezza. Lo guardo venire verso di me, lento e sicuro.
Io aspetto composta. Mi sveglio.

martedì 1 gennaio 2013

Stocazomai - Tiro al Bersaglio

Martedì 1 gennaio 2013 - Sto guidando per tornare a casa, sono sulla mia macchina, percorro una autostrada sopraelevata. Sull'asfalto in mezzo alla strada i resti dei fuochi artificiali. Devo guidare evitandoli. Improvvisamente non sono piu' in auto. Mi muovo nuotando a rana verticale, galleggiando nell'aria a circa due metri da terra. Ci sono macchine sotto di me che stanno proseguendo e un elicottero che arriva in senso inverso a quello in cui stiamo andando tutti. Sento uno sparo e vedo provenire dall'elicottero in volo un proiettile dorato enorme. Colpisce una macchina che esplode. Dopo pochi secondi si profila all'orizzonte un altro velivolo, un aereo di piccole dimensioni, sparano e colpiscono un bidone in mezzo alla strada. Come in un incubo, continuano a spuntare aerei o elicotteri da cui posso vedere sporgersi il franco tiratore che spara a caso. Sento passare vicinissimo a me ogni sorta di proiettile, scatole, proiettili veri, palle piene di sassi. C'e' un posto di blocco della polizia ora, io continuo a nuotare e spero che, vestita di giallo come sono, i terroristi aerei non mi colpiscano. Ho lunghi capelli biondi a boccoli, una tuta giallo sole e sembro j. Lo, forse non mi colpiranno. Supero il posto di blocco volando, sento i poliziotti descrivermi nella radio. Cercano di colpire ogni volta l'elicottero che arriva, prima che possa sparare. Un altro proiettile d'oro mi sfiora, colpisce qualcuno che era fermo in mezzo alla strada, uscito dalla macchina. Lo sento urlare di dolore, gli ha preso una gamba. Siamo alla stessa altezza ora, io e il terrorista, lo guardo e' vestito come me, quella che indossiamo e' una tuta da aviatore degli anni '30, caschetto di cuoio slacciato e occhialoni per il volo. Lo guardo negli occhi per una frazione di secondo, il cuore mi si e' spostato nelle tonsille, do una bracciata e lo lascio indietro. Mi sveglio.


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