martedì 1 gennaio 2013

Stocazomai - Tiro al Bersaglio

Martedì 1 gennaio 2013 - Sto guidando per tornare a casa, sono sulla mia macchina, percorro una autostrada sopraelevata. Sull'asfalto in mezzo alla strada i resti dei fuochi artificiali. Devo guidare evitandoli. Improvvisamente non sono piu' in auto. Mi muovo nuotando a rana verticale, galleggiando nell'aria a circa due metri da terra. Ci sono macchine sotto di me che stanno proseguendo e un elicottero che arriva in senso inverso a quello in cui stiamo andando tutti. Sento uno sparo e vedo provenire dall'elicottero in volo un proiettile dorato enorme. Colpisce una macchina che esplode. Dopo pochi secondi si profila all'orizzonte un altro velivolo, un aereo di piccole dimensioni, sparano e colpiscono un bidone in mezzo alla strada. Come in un incubo, continuano a spuntare aerei o elicotteri da cui posso vedere sporgersi il franco tiratore che spara a caso. Sento passare vicinissimo a me ogni sorta di proiettile, scatole, proiettili veri, palle piene di sassi. C'e' un posto di blocco della polizia ora, io continuo a nuotare e spero che, vestita di giallo come sono, i terroristi aerei non mi colpiscano. Ho lunghi capelli biondi a boccoli, una tuta giallo sole e sembro j. Lo, forse non mi colpiranno. Supero il posto di blocco volando, sento i poliziotti descrivermi nella radio. Cercano di colpire ogni volta l'elicottero che arriva, prima che possa sparare. Un altro proiettile d'oro mi sfiora, colpisce qualcuno che era fermo in mezzo alla strada, uscito dalla macchina. Lo sento urlare di dolore, gli ha preso una gamba. Siamo alla stessa altezza ora, io e il terrorista, lo guardo e' vestito come me, quella che indossiamo e' una tuta da aviatore degli anni '30, caschetto di cuoio slacciato e occhialoni per il volo. Lo guardo negli occhi per una frazione di secondo, il cuore mi si e' spostato nelle tonsille, do una bracciata e lo lascio indietro. Mi sveglio.


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