Giovedì 8 Gennaio 2009 - Ha nevicato e poi ha piovuto. E' sera tardi, torno dalla piscina.
La strada è asfalto nero lucido che si svolge dritta come un nastro di seta tra la neve di velluto bianco. Improvvisamente, ferma in mezzo al nastro, un'ombra doppia. Come di un gattopinocchio che si è svegliato con orecchie d'asino. Le due teste si volgono verso di me, che intanto ho rallentato la macchina, ed ecco quattro bagliori dorati, quattro bottoni di rameverdearancio. Sono quasi ferma, ipnotizzata da quegli occhi. Nel secondo che mi ci è voluto per controllare se arrivava qualche altra macchina dietro di me, due balzi e via, morbide e silenziose, le due lepri sono saltate nella neve e poi verso il bosco e nella notte.
A volte, soprattutto quando guido da sola, spengo la radio e ascolto il rumore del traffico, dei tergicristalli alternati alle gocce di pioggia, il silenzio dell'afa che galleggia in agosto... ed ecco che mi affiorano domande di natura esistenziale.
Spesso, stando attenta, la risposta arriva subito dalla natura che mi circonda. Dalla Natura in sé e dalla natura di certe cose che osservo.
La Lepre è una creatura notturna, legata alla femminilità e alla Luna. Lepri, conigli e gatti, misteriosi, familiari e spesso trasgressivi compagni dei chiari di luna dell'immaginario, simbolicamente associati alla pubertà, non hanno più le giustificazioni dell'infanzia. Simbolo di rinnovamento della vita in tutte le sue forme, portano abbondanza, esuberanza ma anche incontinenza, lussuria e sfrenatezza. Ambiguità, segretezza e mistero il loro modo di agire. Sensualità e femminilità il loro ambito. (Chevalier - Gheerbrant)
Ecco, guidavo nel silenzio della notte innevata e poi lavata dalla pioggia e riflettevo sulla sessualità e sull'amore, sui rapporti amorosi. E la risposta è arrivata.
Devo fare come la Lepre.
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