venerdì 31 gennaio 2020

Vaniglia e Muschio - Gandini 1896


















Mi sono imbattuta in questo profumo molti anni fa, sentendolo su una ragazza che molto gentilmente me ne spruzzò un po' sul polso tirando fuori una boccetta enorme da una borsa grandissima.
Fui investita da una nuvola magnifica, che proveniva da lei e che si estendeva a me e che mi accompagnò anche nei giorni seguenti complice la persistenza straordinaria sulla pelle e perché ne era finito un po' sul polsino dell'abito che indossavo. 
Per anni ogni volta che capitavo nelle profumerie che vendevano il marchio chiedevo se ci fosse o se fosse possibile ordinarlo, e ogni volta le commesse mi davano risposta negativa, come se questo profumo non fosse mai esistito. Avevo smesso di cercarlo anche se ogni tanto mi ritrovavo a pensarci quando un giorno lo trovo navigando online.
Lo scruto, è ancora il vecchio packaging, perché nel frattempo Gandini ha cambiato il design delle bottiglie e ha introdotto nuove fragranze.
Faccio ricerche ma di Vaniglia e Muschio nessuna traccia sul loro sito, quindi acquisto alla cieca, solo sull'onda del ricordo.
Dopo qualche giorno di attesa, ecco il corriere che mi consegna la scatoletta ben imballata, è estate, la bottiglietta non è molto bella, ma sorvolo, lo spruzzo e non lo riconosco, all'iniziale delusione in una frazione di secondo si sostituisce la certezza che questo profumo deve essere provato quando fa freddo e così lo archivio in attesa dell'inverno. 
Vaniglia e Muschio apre sulla mia pelle con una nota bizzarra, tipo l'odore dei bambolotti quando ci si giocava da piccole, l'odore di pelle di bambola per intenderci. Per i primi venti minuti rimane così, un po' acre in gola, poi magicamente muta e diventa il profumo che ricordavo, che tanto mi aveva affascinato su quella ragazza e su di me. E' un odore rotondo, fondente, come di un seme oleaginoso in cui i denti affondano e la lingua trova un sapore burroso ma aromatico simile alla noce del Brasile. 
A corollario di questo odore sapore ci sono dei fiori umidi, l'aroma di legni morbidi muschiati e un sottotesto dolce e pizzicante. 
L'impressione annusando la pelle impregnata del profumo è di pulito rugiadoso aleggiante su un letto di morbidi legni e dolcezza. La vaniglia qui non è edibile, ma è pepata. 
Questo profumo rende in inverno, con temperature vicino allo 0, con i maglioni di lana a collo alto morbidamente avvolgenti, con l'aria sferzante della montagna, dove l'alternanza di vetrosità boschiva e burrosità aromatica continua a giocare e stupire. 


Vaniglia Muschio (Gandini) -  - Fruttato Frizzante Acquatico Floreale Legnoso Muschiato (-)
Cocco, Noce, Ribes Nero, Accenti Marini, Iris, Magnolia, Champaca, Ninfea, Legno di Teak, Legno di Cedro, Muschio, Bacche di Vaniglia



mercoledì 22 gennaio 2020

Sulmona - Coquillete



Sulmona di Coquillete è stato creato per il giorno del matrimonio di Elise Juarros, una dei due nasi insieme a Rosa Vaia, che stanno dietro alle creazioni di questa casa di profumi a cui hanno dato vita.
Tra i vari profumi dedicati ai confetti in cui la cittadina di Sulmona eccelle, è quella che riesce ad unire soavità e persistenza. Cosa non facile. 
All'apertura si ha l'impressione di assaggiare direttamente sulla lingua del latte di mandorla fresco, non troppo dolce ma anzi con una amarezza pastosa tipica del profumo di alcune mandorle dal retrogusto amarognolo utilizzate nei dolci chiamati appunto amaretti. Questa impressione iniziale lascia ben presto spazio ad una nota di tulle e zucchero, la stessa nota che si percepisce annusando i confetti freschi avvolti nel tulle ad un matrimonio. Questa nota olfattiva di tessuto toglie l'estrema dolcezza allo zucchero e dona una trasparenza polverosa impalpabile come talco. Sotto questo velo impalpabile, il confetto alla mandorla si scalda e si mischia con un sentore rarefatto di vaniglia, e di petali di fiori bianchi. Da questo momento è un susseguirsi di mandorle fresche, confetto, mandorla amara, bacca di vaniglia, latte di mandorla, zucchero, fiori d'arancio, in un fruscio stabile che rimane sulla pelle per ore e ricompare ad ogni spostamento di ciocca di capelli come un suggerimento all'orecchio. 
E' un profumo verde caldo, che coccola, che abbraccia, che dona una aura tutt'intorno a chi lo indossa, luminosa e attrattiva. Eppure è anche un profumo che protegge, pur facendosi notare, è come uno scudo protettivo. Quando lo indosso mi sento misteriosa e potente, della potenza che ha la femminilità non svelata. 

Sulmona (Coquillete) - 2012 - Orientale Vanigliato (Elise Juarros, Rosa Vaia)
Mandorla, Zucchero, Vaniglia del Madagascar, Mandorla Amara, Fiori d'Arancio


mercoledì 15 gennaio 2020

Tudor - Coquillete

Stained Glass Tudor Rose and Chaplet | Sewing patterns free, Tudor rose,  Sewing patterns



Solitamente non amo la rosa nei profumi, mentre mi piace il fiore, soprattutto le rose inglesi tutte scarruffate e profumatissime, nei profumi la nota di rosa non è tra i miei preferiti. 
In Tudor la rosa non compare neanche nella piramide olfattiva eppure sembra di averla tra le mani, geometricamente screziata di bianco e scarlatto, che profuma di verde, acerbo e spinoso, di legno.
E' un profumo che mi ricorda l'austerità di una camicia bianca stirata perfettamente. Odora di pulito prima che l'odore di pulito fosse il muschio bianco. Un pulito antico, di rosa saponosa.
Perfetto su un uomo, o una donna che non voglia esprimere sensualità ma, al contrario, rigore.

The Beauty Cove: IL PROFUMO: TUDOR di COQUILLETE PARIS

Tudor (Coquillete) - 2014 - Orientale Legnoso (Elise Juarros, Rosa Vaia)
Geranio, Legno di Palissandro, Mughetto, Benzoino, Ambra, Tintura di Terra, Labdano, Ambra Grigia, Vaniglia del Madagascar

domenica 12 gennaio 2020

Le Baiser du Dragon - Cartier



Ricordo che la prima volta che ebbi l'occasione di annusare Le Baiser du Dragon, me ne innamorai immediatamente. Purtroppo in quel momento non avevo i fondi necessari all'acquisto, e la volta  seguente, pronta a spendere, con mia estrema delusione mi scontrai con il fatto che avevano inspiegabilmente e repentinamente ritirato il profumo da ogni negozio.

E' così che, decenni dopo, per puro caso, un giorno mi imbatto in una profumeria che possiede ancora qualche flacone di Le Baiser du Dragon. 

Quando mi accingo a provarlo, a così tanto anni di distanza, sono quasi agitata, chissà se avrà ancora quell'effetto su di me...

Appena spruzzato è già una meraviglia, il bacio del dragone è un ponte immaginifico che attua il passaggio tra i profumi di concezione complessa tipica degli anni '80, opulenti e indecifrabili e il futuro dei profumi gourmand a venire con la predilezione per la scansione olfattiva nota per nota. 
E così che, su un tappeto di fiori bianchi di una orientalità leggera, soave, ma impregnante, si srotola la nota gourmand di mandorla amaretto trattata in maniera traslucida, non edibile ma misteriosamente evocativa, in lotta con la saponosità che a tratti prevale, di una rosa patchouli vetiver spigolosa. 
Subentrano i legni e le resine, accordandosi alle altre note, in maniera sinfonica, come in un bolero che a mano mano, pur ripetendosi, si gonfia, diventa sempre più pieno di strumenti, di colori, stravolgenti nella compattezza dell'armonia. 
Il bacio si addolcisce, e da tagliente ritorna ad essere morbido e rotondo, è la resina di benzoino, resa ancora più sfaccettata da un sentore effimero di caramello leggeremnte salato e da un cioccolato amaro, fondente, torbido. Le note golose sono usate per sfumare, non prevalgono mai e non fanno di questo profumo un profumo gourmand, ne addolciscono alcune spigolosità ma rimane un profumo per chi ama i legni aromatici. Dopo circa un'ora l'ambra fa la sua comparsa, è un'ambra leggermente polverosa, scalda la miscela e dona misticismo, quasi mimando un incenso a metà strada tra occidente e oriente che prende da entrambe le declinazioni l'aromaticità e balsamicità, mantendo al contempo una connotazione aerea come in un altro profumo che amo molto, Copal Azur di Aedes de Venustas.
Indossandolo ci si sente potenti in maniera sotterranea, come un drago sonnacchioso, che può permettersi di darti un bacio, un buffetto, perchè è consapevole che tutti conoscono la sua potenza distruttiva e ricreatrice. 

Le Baiser du Dragon (Cartier) - 2003 - Orientale Legnoso (Alberto Morillas)
Gardenia, Mandorla Amara, Amaretto, Neroli, Iris, Muschio, Gelsomino, Cedro, Rosa Bulgara, Ambra, Patchouli, Benzoino, Cioccolato Fondente, Caramello, Vetiver, Legno di Cedro

giovedì 9 gennaio 2020

Black Opium - Yves Saint Laurent



Chi si ricorda, e ha usato come me, Opium, rimarrà particolarmente interdetto.
Chi si immaginava un Opium più notturno, misterioso, opulento, quasi malvagio, non lo troverà.
Chi si aspettava un profumo di rottura rispetto a quelli di tendenza ultimamente. Ecco, no.

Il black di Black Opium si riferisce a qualcosa sicuramente nero ma non con l'accezione comunemente intesa ai vari black perfume. Qui c'è un caffè nero, senza zucchero, bollente e liquirizia calda, quasi allappante nel suo essere liquirizia purissima.
In prima istanza si viene pervasi da un profumo di pera matura e succosa, adagiata su petali di fiori bianchi, è una immagine velocissima, perché subito arriva lui, il black coffee, l'oppio moderno in una società che non permette il sogno ma che persegue la veglia ad oltranza, anche in stato confusionale, anche superato l'umano limite. Il caffè rimane come filo conduttore, ed accompagna nella danza forsennata, tutte le note che mano a mano si susseguono, una liquirizia calda e pungente, che si trasforma in morbida caramella mou alla vaniglia, che si scioglie in latte caldo, che impregna un legno dolce e cedevole, che diventa un patchouli vanigliato, non terreno, non aereo, che raggiunge un picco nell'unica nota puntuta del legno di cedro e per ritornare morbido, fluente come le luci del traffico di notte visto attraverso lenti appannate di pioggia e vapore di pelle di donna avvolta in cashmere alla vaniglia che appartiene al regno dei sensi e della carne.



Black Opium (Yves Saint Laurent) - 2014 - Orientale Vanigliato (Nathalie Lorson, Marie Salamagne, Olivier Cresp, Honorine Blanc)
Pepe Rosa, Fiori d'Arancio, Pera, Caffè, Gelsomino, Mandorla Amara, Liquirizia, Vaniglia, Patchouli, Cedro, Cashmeran

mercoledì 8 gennaio 2020

Songes - Annick Goutal


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Songes significa Sogni in francese, e questa eau de parfum è proprio capace di mettere in quella condizione meditativa che promuove i sogni ad occhi aperti. Annusandolo si viene portati inizialmente in estate, su una spiaggia di quelle con la vegetazione lussureggiante tropicale che si spinge fino a quasi l'oceano. Fiori carnosi, biancogialli, che assomigliano a frutti per quanto siano polposi. Poi subentra una nota che riporta all'inverno, ai cappotti di lana leggermente ruvida, calda. Era un sogno d'estate racchiuso nell'inverno. In questo stadio di Songes si respira il passato, fatto di profumi chypre a cui non siamo più abituati, trattato in maniera molto leggera e con mano moderna. E' questione di pochi minuti e il sogno muta ancora, si scalda, perde la ruvidezza secca chypre e si ammorbidisce in una vaniglia bellissima, da scia. Non una vaniglia gourmand ma la bacca di vaniglia bourbon, con quella sua rotondità peculiare. Una vaniglia ancora ammantata di fiori, femminile, raffinata, sognante. Dove il gelsomino e il tiarè rievocano la prima parte del sogno della spiaggia e la vaniglia, stranamente, l'inverno e il calore di essere avvolti da una morbida sciarpa.  

Songes (Annick Goutal) - 2006 - Orientale Floreale (Isabelle Doyen, Camille Goutal)
Vaniglia, Gelsomino, Ylang ylang, Frangipane, Tiarè