Martedi 20 marzo 2012 - Lavoro in un negozio di stoffe e passamanerie, dai soffitti pendono lunghi scampoli di stoffa fluttuanti. Il negozio si trova su un pontile, dalle vetrate si vede un parcheggio e un piccolo lago. I clienti arrivano in macchina o con la loro imbarcazione, possono entrare da dove vogliono, le vetrate sono completamente aperte, soffia una leggerissima brezza proveniente dal lago, gonfia le tende e attorciglia in mulinelli gli scampoli di stoffa penzolanti. Io sono l'unica commessa, ma sono divisa in sette. Ogni settima parte di me ha un suo aspetto e carattere differente. Il negozio non ha orario. Ora e' chiuso ma tu entri, lo stesso, dalle finestre spalancate che danno sul lago. Mi accorgo della tua presenza per il fruscio dei tuoi capelli che hanno sfiorato la tenda. Nella parte piu' interna del negozio regna il silenzio e il buio. Lo spostamento della tenda dal quale sei entrato, ha creato una lama di luce che e' penetrata fino a li in fondo. Nella lama pulviscolo cosmico in sospensione. A tratti illuminato, riflette il sole. Mi vedo avanzare in tutte le mie sette persone, io sono a volte in un una a volte in un altra ma ho la percezione di essere tutte. Procediamo come un serpente, mosse da una musica rarefatta, spira dopo spira, ognuna con movenze diverse. Poi parte dall'ultima in cui io sono piu' presente una camminata a passi ritmati dai tacchi, come in una sorta di flamenco improvvisato, ogni parte di me segue il suo ritmo ma il risultato e un tappeto sonoro pieno e armonico. A sfilare usciamo dentro e fuori dalle vetrate. Stai osservando immobile seguendoci con sguardo ipnotico, un pezzo di passamaneria viola in mano. Mi sento risucchiata in un unica persona, capelli, veli, stoffe, tende, nappe e orecchini metallici, in un turbine caldo, freddo, duro, liscio, morbido. Mi sveglio.
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