sabato 31 ottobre 2020

Habanita - Molinard


Edizione Eau de Parfum della eau de toilette del 1924 Habanita in realtà nasce nel 1921per profumare le sigarette. Sotto forma di cartine profumate da mettere nel portasigarette per profumarle o come liquido munito di una bacchetta di vetro con la quale strisciare la sigaretta già accesa per profumarne il fumo. Molto probabilmente, una mano femminile, giocherellando con la bacchetta di vetro ebbe l'intuizione di profumarsi il polso e questo semplice gesto cambio la vita di Habanita che ben presto divenne ricercato da una nutrita schiera di donne che lo vollero per profumarsi con un profumo totalmente diverso da ciò che il mercato offriva loro al tempo. Non più solinota di fiori romantici ma un profumo denso e profondo, a tratti quasi aggressivamente maschile per il cuoio e il retrogusto muschiato dei fiori, dato dal muschio di quercia. Incenso e vetiver, piuttosto prepotenti, ne fanno quello che oggi verrebbe considerato un profumo di nicchia senza declinazione di genere. 
Non è un profumo facile, lontano anni luce dal presente ma anche dal passato conosciuto ai più, non è un profumo da vecchia signora per intenderci, è un qualcosa di totalmente diverso. 
La prima volta ho fatto l'errore di provarlo in estate, dove le sue note risultano stordenti, dure, invasive, tanto da farmelo mettere via in fretta con un senso di pentimento per l'acquisto al buio.
Riprovato dopo un anno emmezzo, in una fredda giornata di inizio ottobre, Habanita esplode sulla pelle con fiori, talco, aldeidi che lo fanno assomigliare ad un cugino di Chanel N.5. Ma è un cugino anomalo, ben presto una nota pungente e caldissima trasporta tutte le altre e le deposita sulla lingua e sulle labbra. Le molecole odorose diventano da olfattive a gustative e bruciano piacevolmente sulle mucose, dando il gusto di quel tabacco profumato. 
Non bisogna indulgere nel sovradosaggio, Habanita si gusta così, a piccole dosi. Tanto ci pensa lui ad insinuarsi e pervadere ogni centimetro di pelle. Corre e si espande, ci sono profumi che si comportano così. Allora sulla pelle, in piccole dosi, come facevano le donne che lo strisciavano con la bacchetta di vetro, ti ripaga donandoti un aurea speciale, affascinante e senza tempo. Carica di ricordi di un passato torbido e fumoso, ricco, opulento, e tutto votato allo sfrenato gustare la vita in ogni attimo e nello stesso tempo proiettato in una scia luminosa che arriva ai giorni nostri e continua oltre, incurante delle mode del momento.
Come una donna audace, che dagli anni '20 è arrivata guidando una macchina come nei quadri di Tamara de Lempicka, guanti e cappuccio di pelle, sguardo liquido, piglio moderno. 


Tamara de Lempicka, Autoritratto nella Bugatti verde (1932) 


Habanita (Molinard) - 2012 - Orientale (Mathieu Nardin)
Geranio, Lentisco o Mastice, Petit Grain, Vetiver, Gelsomino, Ylang ylang, Cedro, Noce Moscata, Eliotropio, Rosa Taif, Mimosa, Muschio, Sandalo, Patchouli, Muschio di Quercia, Ambra, Vaniglia