domenica 19 ottobre 2008

Freestyle

Domenica 19 Ottobre 2008 - Sono in ufficio e guardo un disegno fatto con matite colorate da C. Sul retro del foglio ci sono scritte indicazioni di lavoro e un'elenco di nomi con a fianco cifre di debiti che lei ha contratto. A fianco al mio nome c'è € 1,50. Penso che non mi ricordavo di averle prestato dei soldi. Sulla mia scrivania ho tanti campioncini di prodotti cosmetici. Arriva il capo e io sostengo che li devo catalogare, ma so che è un lavoro inutile e avrei altro da fare. Improvvisamente sono in campeggio. Devo defecare ma i water sono tutti a vista, sistemati ad anfiteatro. Ne scelgo uno nascosto da panni stesi ad asciugare. Sono dietro i panni che mi sgocciolano addosso e penso che vista dal centro della stanza sono mimetizzata. Arrivano F. e S. mi vedono subito e si mettono a chiacchierare con me mentre io mi sto pulendo. Non ascolto quello che dicono perché penso ancora ai trucchi di prima. Mi sveglio.
Mi riaddormento.

Sono in piscina, nella vasca olimpionica metà al chiuso metà all'aperto, intorno al bordo c'è il prato. Nuoto con le mie pinne blu, avanti e indietro a velocità sostenuta. Nuoto con le gambe unite muovendomi come se avessi la coda di pesce, vado talmente forte che il busto fuoriesce dall'acqua come un'aliscafo che ha preso velocità. Ci sono alcune persone nella parte sinistra della vasca, nuotano lente. Vicino al bordo una donna più vecchia di me, truccata come Liz Taylor, capelli neri tinti e costume blu di paillette, aiuta e tiene a galla un ragazzo disabile, nuotano. Io la prendo per i fianchi e le passo dietro, poi continuo a nuotare in tondo, con pinnate lente e regolari faccio cerchi e otto. La piscina si svuota, inizio a nuotare a stile libero. Ho dei braccioli da bambino, tutti colorati, alle braccia, ma quando nuoto non li vedo. Conto quattro bracciate 1, 2, 3, 4 alla quinta respiro, voltando sempre la testa verso sinistra. Nuoto bene, ma il viso scivola sulla superficie dell'acqua, il naso entra appena, penso che potrei anche non contare e respirare normalmente. Esco. Tolgo i braccioli e le pinne. E' quasi l'una e trenta, dovrei tornare al lavoro, invece decido di fare ancora due vasche. Ho visto dei bagnini molto carini che mi guardano. Esco e raduno le mie cose. I braccioli sono della piscina, li apro e li sgonfio. Ho un materassino mio, sgonfio anche quello, poi mi stufo e cerco di piegarlo per metterlo nella borsa, ma mezzo gonfio non ci sta. Ho molte borse e penso che sono stracarica e non ho voglia di portarle tutte. Dovrei prendere il telo mare, una sdraio, uno zaino blu, il tappeto del bagno che uso a bordo vasca. Sopra c'è una cacca della mia gatta. Cerco di nasconderla. Un bagnino si avvicina e la vede, pensa che sia di un bambino e commenta che ne ha trovate altre nel prato. Io sto li in piedi che non so come gestire tutta la roba che ho. Vorrei andare via a mani libere, leggera, senza avere beni materiali da trascinarmi dietro che mi appesantiscono. Mi guardo intorno, dietro le vetrate, tra i bagnini indaffarati mi sembra di aver visto il Maestro, è da tanto che non lo vedo nei miei sogni. Mi sveglio.

Il primo sogno è l'esempio di come il cervello costruisca una storia per utilizzare pensieri, informazioni, ricordi recenti, riunendoli per archiviarli con un senso compiuto e liberarsene.
In questi giorni ho pensato a C. perchè ho scoperto che abbiamo delle cose che ci accomunano, ai disegni divini e al fatto che ognuno si crea il proprio destino, ad eventuali soldi che dovevo a qualcuno e forse me ne ero dimenticata, a come certe persone sentano il bisogno di ridare fino all'ultimo centesimo il resto di spese fatte per qualcun'altro e chi invece non se ne cura, chi frigge per avere fino all'ultimo centesimo e si scontra con chi invece vorrebbe fare cifra tonda, "tanto poi ci sistemiamo quando me li dovrai dare tu..." (Io mi adeguo, dando l'esatto importo a chi frigge e insistendo solo due volte per ridarlo esatto a chi non se ne cura, da parte mia farei a meno di riavere i centesimi ma capisco l'esigenza di esattezza di chi me li vuole ridare a tutti i costi, e alla fine, dopo aver detto che non li voglio un po' di volte, li prendo).
In questi giorni ho parlato di bisogni e di water. In questi giorni sto facendo fuori tutti i campioncini di prodotti che ti danno nelle profumerie e nelle farmacie tentata di buttarli perchè per usare loro non uso quello che io ho scelto apposta per me.
Ho pensato spesso al bucato da fare e ho scritto di tessuti che si imbevono e di gocce.
Eppure... eppure non riesco a liberarmi dell'idea che forse questo agglomerato caleidoscopico ha un suo senso.
Ho qualcosa da nascondere (i trucchi, un debito dimenticato, i panni da lavare, i water all'aperto) ma non so cos'è. O forse si.
E poi c'è un disegno e delle indicazioni di lavoro. Ho del lavoro da fare (su me stessa) che fa parte di un disegno più ampio. Il disegno è fatto con matite colorate. Questo significa che l'ambito nel quale devo lavorare più alacremente è la creatività. Devo smettere di catalogare (le sensazioni, le emozioni, i fatti) e cominciare a lavorare per compiere il disegno che mi riguarda. Devo smettere di vivere come hanno scelto gli altri per me (i campioncini) e vivere scegliendo io come farlo. Freestyle.


Il secondo sogno fa parte ancora della saga della piscina. E' già la seconda volta però che si è insinuato un elemento nuovo. Le pinne. (Vedi La Morsa - Il Ritorno del Maestro).
Le pinne servono per nuotare nel mare, non sono adatte ad uno spazio ristretto come una piscina, lì le altre persone, in confronto a me, nuotano lente.
L'altra volta il Maestro è arrivato quando avevo tolto le pinne, e mi aveva trattato duramente, per impartirmi una lezione. Ora si è fatto solo intravedere da dietro la vetrata. Lui è fuori dalla piscina. Dove dovrei stare anche io. Devo smettere di nuotare velocemente in uno spazio ristretto e contenuto da quattro mura. E' una azione inutile (come Innaffiare l'acqua).
Sono pronta per nuotare nel mare. Ma ho paura di provare.
Con me, nella vasca, c'è la me stessa più vecchia e il mio giovane, ancora handicappato, lato maschile. Insieme riescono a nuotare. Lei lo aiuta. Io li sostengo per un po' ma poi continuo a nuotare veloce, in cerchio come il pescecane che non può fermarsi, come una sirena prigioniera.
Per nuotare nel mare devo abbandonare i luoghi certi e famigliari, i luoghi dove so che primeggio. E mettermi alla prova.
Per cambiare devo liberarmi dai pesi che mi porto dietro. Oggetti che mi danno un'illusione di protezione (i braccioli, il materassino mezzo sgonfio) ma che invece mi immobilizzano e mi appesantiscono e dei quali posso fare sicuramente a meno (lo zaino, la sdraio, il materassino, il tappeto).
Devo nuotare a stile libero, come il consiglio che ho dato ad una amica, anche io dovrei agire Freestyle.
Agire seguendo l'istinto. Libera da attaccamenti materiali. Leggera.

Lo Zaino rappresenta gli oneri e gli impegni che ci si trascina appresso e dai quali veniamo limitati ed ostacolati.

Il Tappeto rappresenta la vita affettiva e sociale.

Gli escrementi sono la materia ultima della digestione e il risultato dell'assimilazione degli alimenti. Nel sogno il corpo fisico diviene l'anima che si nutre di emozioni, sentimenti, gioia, dolore, sofferenza, motivazioni. Gli escrementi quindi sono il simbolo della saggezza che è divenuta tale dopo aver assimilato le esperienze vissute.

Gli escrementi di animale sono concime, e mantengono lo stesso significato anche in sogno.

Ne ho per tutti e due i significati. Devo solo smettere di essere timida e lasciare vedere anche agli altri il cambiamento prodotto da quello che ho vissuto fino ad ora.
E concimare/nutrire il terreno/le persone che mi circondano, per far nascere qualcosa di nuovo.
E' concime di gatta, parla di femminilità, eleganza, fascino e indipendenza emotiva. Di determinazione nell'ottenere ciò che vuole finchè non lo ottiene. Del volere le carezze e i baci e di vivere sensualmente. Di molto istinto e di quel poco ragionamento che serve per vivere. Freestyle.

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