lunedì 10 novembre 2008

In bicicletta tra Hanoi e Bologna

Chiodi, chiodi, ancora chiodi. Sarà perché qui non si batte chiodo?
Il Chiodo indica un forte legame interpersonale o la coesione interna della personalità.
Sabato 8 Novembre 2008 - (I sogno) Sono in bicicletta ad Hanoi, giro per le vie della città in direzione periferia. Passo tra camion parcheggiati con il motore acceso e marciapiedi imbrattati di resti animali. Arrivo in campagna, un'unica strada dritta in mezzo alle risaie, traffico e capanne di legno ogni tanto. Mi guardo pedalare, sono in costume da bagno intero nero, molto scollato sia davanti che dietro, pantaloncini corti che non coprono il fatto che mi si veda l'inizio del sedere, camicia hippie bianca e morbida che svolazza nel vento. Ho le gambe abbronzate e snelle, le mani con anelli d'argento alle dita, i capelli lunghi, un cappello di paglia tipo cow-boy. Pedalo bene e sono bella. Arrivo ad un mercato. Mi ricordo di averlo già visto, non so se in sogno o veramente. E' Bologna. Cerco una certa bancherella di gioielli etnici, è d'angolo e come l'altra volta non arrivo a vedere la merce esposta, perché la tengono in alto. Chiedo se mi danno una sedia (come l'altra volta) per salirci sopra e riuscire a vedere gli anelli, indico il punto preciso dove sono gli espositori di velluto nero che mi interessano. La figlia della signora che mi aveva servito l'altra volta mi dà una scatola mezza sfondata, la prendo già sapendo che non basterà. Chiedo la sedia di nuovo e allora lei mi abbassa i due espositori di velluto. Nel primo ci sono anelli etnici classici, ne guardo uno fatto con perline di turchese infilate su barrette e collegate all'anello come staffe. Poi guardo nell'altro espositore. Li ci sono anche le creazioni della figlia. Alcuni anelli hanno forme di animali che sorreggono una pietra, riconosco un'orsa. Le pietre sono sempre di colore verde beige chiarissimo. Vedo un anello in argento a forma di stella a quattro punte, come l'arma dei guerrieri ninja che si lancia e ruota velocissima in aria, se trova il bersaglio si conficca se no torna indietro come un boomerang. Appoggio i miei sassi che mi porto sempre dietro e lo provo. Poi la mia attenzione è attratta da una fedina d'argento dalla quale spunta una protuberanza a forma di chiodo. La testa del chiodo è di forma quadrata stondata, è incava, grande come una moneta e ha una pietra di colore cangiante tra il verde chiaro e l'avorio, incavata anche essa. Lo provo. Mi svegliano.

La Bicicletta consente di andare avanti, simboleggia il progredire nella vita e può riferirsi a propositi, programmi e obiettivi concreti o all'evoluzione personale. Segnala uno sviluppo lento e graduale, e che si dovrà confidare solo nelle proprie forze e capacità. Presagisce una maturità consapevole nell'affermazione della personalità e un buon equilibrio. Quando compare in sogno evidenzia che si rende necessaria una certa autonomia per manovrare la propria vita e le lotte che la contraddistinguono, tenendo conto delle forze che si oppongono dentro ognuno di noi. Circolare in sella ad una bicicletta indica forza e armonia interiore. Inforcare una bicicletta assume il significato di una avventura sessuale passeggera.

L'Anello indica un attaccamento, un legame che sarà eterno e che causerà proprio per questo, una dipendenza. D'argento apporterà meno gioia e dipendenza nella segretezza o nell'anticonvenzionalità.

La Figlia della Proprietaria è quella parte giovane di me che si sente un po' tradita dal mio comportamento. Non è disposta a rendermi la vita facile all'inizio. E infatti mi da una scatola rotta e che comunque non servirebbe alla bisogna. Poi improvvisamente decide di aiutarmi. Forse perché dimostro di sapere cosa voglio e di sapere dove posso trovarlo. Glielo indico. Allora diventa disponibile, e mi mostra le sue creazioni. Io sono la Figlia. La Madre non c'è più. Come la mia. La Figlia crea degli anelli. Il Primo Anello che guardo è composta da un'Orsa d'Argento che regge una pietra preziosa verde avorio.

L'Orso rappresenta la forza impetuosa, ed è uno degli aspetti pericolosi della vita inconscia. E' la sensibilità mostruosa, terrificante, distruttiva e carnivora. Rappresenta la forza crudele e aggressiva. Manca di controllo e dimora dentro di noi a differenti livelli.

Ma la mia è un'Orsa. Io so che l'Orsa è una Madre amorevole, pronta ad uccidere per difendere i suoi piccoli. E' il simbolo di Artemide, la dea della Caccia e della Luna. Una dea vergine.

Proprio in questi giorni ho pensato alla figura materna, come l'unica persona realmente e accoratamente interessata a noi. L'unica che vuole sapere davvero cosa ci frulla in testa ed è disposta a spendere tempo, energia e amore nel conoscerci. Ecco che allora nel mio sogno l'Orsa, che è una creazione della figlia (e io sono una figlia) regge una pietra di colore verde chiaro. Come la Pietra sopra la testa del chiodo. Una pietra che tornerà prepotente nel sogno a seguire. Perché in questo mi hanno svegliato e quindi non ha potuto lasciare il suo messaggio.

Lasciare sassi per prendere pietre preziose.

I Sassi indicano ciò che non ha ancora assunto una forma in amore.

Io so solo che mi sembra strano portarsi dietro normalmente dei sassi. E che nel sogno li lascio per provare un anello da guerriero e un anello che simboleggia la coesione con se stessi.

Che avessi bisogno di un anello da guerriero ninja non me lo immaginavo. E' un'arma pericolosa però, perché se non centro il bersaglio potrebbe ritorcersi addosso a me. Come un boomerang. Nella realtà non penso che funzionino proprio così. Ma qui è il sogno.

Se hai rinunciato alla Corazza (e io l'ho fatto) allora devi essere armato. Altrimenti come ti difendi?

Che ho bisogno di unione dentro di me, lo so. La sensazione di essere scissa tra mente e corpo è la mia abituale situazione. Devo parlare con il Maestro. Questa è la sua materia.

3 commenti:

Unknown ha detto...

non è strano girare con sassi nelle tasche, a me piace il contatto con la pietra. le vecchie donne ce li mettevano nei giorni di furioso vento. virginia woolf ci si gettò nel fiume... ma forse stiamo un po' impazzendo.

mk ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
mk ha detto...

Non avevo pensato ai sassi come ancoraggio alla terra. Per non volare troppo. Non ricordavo i sassi come espressione di volontà suicida. Anche a me piace la sensazione tattile della levigatezza di una pietra fluviale, le asperità di un sasso bitorzoluto, la perfetta sfaccettatura di un cristallo e lo stupore nel pensare che non è opera dell'uomo. Forse il contatto con la pietra ci ricorda di non impazzire.