Avevo una stanza solo mia dove poter riflettere e scrivere. Un essere chiamato Virtob ne ha preso le chiavi e si è chiuso dentro. Lasciandomi fuori. Con l’orecchio appoggiato alla porta l’ho sentito distruggere silenziosamente il lavoro di un anno.
Con la capacità di ripresa che mi contraddistingue mi sono rialzata e ho cercato di attirarlo fuori dalla mia stanza. Tre volte ho raso al suolo e ricostruito con certosina pazienza l’edificio di sogni, desideri, stupori che era solo mio. Per scoprire che era ancora nascosto nelle fondamenta.
Per un momento ho pensato che fosse un segno del destino. Un destino diverso da quello che avevo pensato di avere. Un destino nel quale esprimere me stessa non era previsto.
Credo che il destino si preannunci con dei segnali, ma poi sta a noi accettarlo o cambiarlo.
Con la capacità di ripresa che mi contraddistingue mi sono rialzata e ho cercato di attirarlo fuori dalla mia stanza. Tre volte ho raso al suolo e ricostruito con certosina pazienza l’edificio di sogni, desideri, stupori che era solo mio. Per scoprire che era ancora nascosto nelle fondamenta.
Per un momento ho pensato che fosse un segno del destino. Un destino diverso da quello che avevo pensato di avere. Un destino nel quale esprimere me stessa non era previsto.
Credo che il destino si preannunci con dei segnali, ma poi sta a noi accettarlo o cambiarlo.
Io credo nella volontà di cambiamento e nella sperimentazione.
Grazie Giuliano, per avermi aiutato a sconfiggere Virtob e a rientrare nella stanza.
Grazie Giuliano, per avermi aiutato a sconfiggere Virtob e a rientrare nella stanza.
Nessun commento:
Posta un commento