Giovedì 13 Novembre 2008 - Sto guidando la mia macchina. Sono ferma ad un semaforo, è rosso. Dal marciapiede si avvicina alla mia macchina un bambino di circa 7 anni. Il giovane che lo accompagna rimane con l'altro bambino più piccolo dentro il passeggino, si dirigono verso un ponte. Ogni tanto si volta per guardare ma non fa nulla per richiamare il bambino che sta osservando l'interno della mia macchina dal finestrino. Il bambino apre la portiera e sale. In silenzio continua a guardare con curiosità. Io penso che quando scatterà il verde gli dirò di scendere dalla macchina in movimento perché devo andare al lavoro. Il semaforo diventa verde. Vorrei aprire la portiera per farlo saltare giù, poi decido di oltrepassare il semaforo e svoltare nel parcheggio. Vedo il giovane con il bambino nel passeggino che sta oltrepassando il ponte, si gira un'ultima volta e poi prosegue. Il bambino non fa cenno di voler scendere, chiudo le sicure delle portiere e inizio a guidare. Mi sveglio. John Everett Millais "Ophelia"
Una parte di me ha smesso di vivere 24 anni fa. Da quel momento mi sono lasciata vivere, reagendo invece di agire. Mio padre e mio fratello hanno continuato, hanno camminato sul ponte che porta sull'altra riva. Io sono rimasta ferma al semaforo della vita, con la mente occupata solo dal concetto di dovere. Troppo piccola per comprendere la perdita della madre, già grande per capire che dovevo sostituirla.
Dopo tutto questo tempo non sono più abituata alla presenza di questo bambino. Egli è maschio perché rappresenta l'agire. Quello che io ho lasciato perdere per così tanto tempo. Mettersi in gioco e scegliere.
Egli ha 7 anni, gli anni che sono trascorsi da quando ho iniziato il viaggio alla scoperta di come sono e perché sono così.
Il compito che mi ha dato Lucia è partorire il bambino che mi porto dentro. Un bambino fatto di grasso. Quel bambino sono io.
7 giorni dopo il dottore mi dirà le stesse identiche cose. (Me le dice da un anno ma ero chiusa dentro la corazza).
Entrambi hanno l'età per poter essere miei genitori. Dopo 24 anni di interruzione ho ricevuto da Lucia l'ultima lezione che una madre deve dare, quella che mi mancava per diventare donna e non essere più figlia, aprirmi alle emozioni e viverle. Esprimermi, volere e scegliere. Ricevere.
Dopo 24 anni di interruzione e chiusura in me sto imparando dal dottore che devo armarmi, lottare per cambiare, diventare indipendente. Esprimermi, volere e scegliere. Agire.
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