Domenica 31 Maggio 2009 - Sono in una piscina olimpionica, il fondo è fatto tutto a gradini, saliscendi, saliscendi, nel centro della piscina c'è una piattaforma più alta delle altre, come una piramide Maya ci si accede dai quattro lati fatti tutti a gradini. Io sto nuotando in un angolo dove l'acqua della piscina mi arriva alle spalle. Improvvisamente nell'acqua con me c'è Carlo. Mi rendo conto che è lui l'uomo più adatto a me. Anche se lui è un visivo e io una tattile. Lo tocco, tocco le spalle, il collo, i pettorali. Con le dita frementi percorro la sua pelle resa scivolosa dall'acqua. Si avvicina a me e fa la stessa cosa con me. Ha capito che quello che io faccio sul suo corpo lui deve farlo sul mio. E' il sistema Corpospecchio. Ora mi stringe a se, ha circondato la mia vita con un braccio e mi ha tirato verso di lui, nell'acqua il mio corpo è senza peso, lui mi tiene ancorata. Preme il suo viso sopra il mio, occhi contro occhi, le arcate sopraccigliari che si toccano. Ho la sua lingua nella mia bocca. E' rigida, appuntita e durissima. Anche io allora metto la mia lingua nella sua bocca, e la faccio anch'io appuntita, rigida e durissima. Premo con la lingua sopra la sua in un gioco di forza, per vedere chi cede per primo. Ora è il mio turno di resistere alla pressione. Nello sforzo gli mordo il labbro e allora mi tira giù sott'acqua. Ci guardiamo negli occhi, le bollicine di ossigeno che passano attraverso il nostro sguardo, baciandoci e respirando l'aria l'uno dall'altra. Chiudo gli occhi. Sono appena riemersa da sola in carenza di ossigeno. Sento chiamare il mio nome, mi giro e sulla piramide, in mezzo alla piscina, con l'acqua che arriva alle caviglie, vedo il Maestro.
E' appena riemerso dall'acqua, il suo corpo è costellato di piccole gocce d'acqua che scintillano alternandosi ad ogni respiro sotto le luci blu della piscina. Mi fa segno di raggiungerlo, salgo i gradini uscendo dall'acqua nel mezzo della piscina, dell'aria calda proveniente da diversi angoli asciuga la mia pelle appena fuoriesco dall'acqua. Arrivo al gradino più alto, sono a pochi centimetri dal Maestro, le gocce d'acqua sul suo corpo si staccano attratte dal mio, ma prima di arrivarci evaporano nell'aria. Mi guardo e mi vedo con gli occhi di questi due uomini come se mi vedessi per la prima volta, come se fino ad ora non avessi mai potuto vedere. Vedo il mio corpo che respira. Mi sveglio.
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