Fin da piccola sono sempre stata attratta dai profumi e dalle immagini con cui venivano presentati.
Ricordo che osservavo la pubblicità di Fidji, ritraeva un isola ripresa dall'alto in un mare beige dorato, la ricordo così senza flaconi di profumo, solo la parola Fidji e forse la frase che accompagnava la pubblicità, che essendo in francese era per me bambina non interessante.
La donna è un'isola e Fidji è il suo profumo.
Fidji parte verde e pungente, e come tutti i profumi delle decadi '70 e '80 le singole note olfattive non solo riconoscibili, isolabili, ma fanno parte tutte di un concerto che è il profumo stesso. Annusare Fidji, che non ho mai usato all'epoca, mi riporta alla memoria Charlie di Revlon, che mi portò dall'America mio papà quando ero tredicenne ma soprattutto Cristalle di Chanel, profumo che invece è stato tra i miei preferiti quando ero adolescente. Fidji non è come Cristalle ma fa parte di quella famiglia allargata dei profumi usati in quell'epoca, che erano raffinati, atemporali, di ampio respiro ma assolutamente complessi. Una adolescente poteva usare profumi strutturati ed entrava subito nel regno delle donne.
Le donne si profumavano da donne, con aromi evocativi misteriosi, non agganciati a nulla di edibile, riconoscibile, miscele, pozioni profumate di pariginità, di alta moda, di raffinatezza, i flaconi erano in cristallo molato, trattenuti da cordoncini di cuoio, da nappe.
Dopo poco assume una spigolosità fatta di aldeidi e fiori speziati, di foulard di seta, di donna.
Fidji (Guy Laroche) - 1966 - Floreale (Josephine Catapano)
Giacinto, Galbano, Iris, Bergamotto, Limone, Tuberosa, Aldeidi, Gelsomino, Ylan ylang, Chiodi di Garofano, Rizoma di Iris, Violetta, Note Speziate, Rosa, Muschio di Quercia, Vetiver, Sandalo, Resine, Muschi, Ambra, Patchouli
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