Così il profumo richiama nel nome - Shaghaf - un nome mussulmano da ragazzo che significa amore - Oud - che identifica il legno antico e - abyad - il Mare Bianco Abissale in Mezzo componendo una immagine di questo ragazzo che sa di legno e di mediterraneo e che ti guarda con gli occhi dell'amore.
Shaghaf Oud Abyad inizia un un fumo aromatico delicato, quasi talcato, persistentissimo e in sottofondo quell'odore di erbe aromatiche che si può sentire solo sulle isole del Mediterraneo, un origano molto secco e soave, un sentore leggerissimo di cuoi scamosciato, resine calde e rotonde, incenso e legni morbidi.
E' un profumo molto particolare, non sentito, portabile sia con le temperature calde dove dona ariosità e senso di pulito, in una maniera diversa dal senso di pulito che da il muschio, è proprio come sentire sulla pelle dei vestiti bianchi in garza di lino mossi dalla brezza, e in inverno dove prevale la sensazione dei legni, del fumo e delle resine, che ti avvolgono in una spirale odorosa, caldo morbida.
E' come un abbraccio protettivo. Proietta la sua personalità a metri di distanza ma senza essere invasivo. E' sottile come un filo di fumo, incuriosisce e lascia una impressione di estrema nettezza.
L'oud qui è, fortunatamente per me che non lo amo, impalpabile e soffice. Il risultato che ne deriva è di un profumo che affonda le radici nella tradizione antica delle fumigazioni ai bordi dei templi, con le erbe aromatiche, il fumo quindi non costretto ha modo di espandersi e diluirsi nell'aria rarefatta.
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