mercoledì 11 aprile 2018

Nomade - Chloé


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Appena spruzzato mi ricorda immediatamente Eau Savage di Dior, quello del '67, con quel suo mix arioso di agrumi e rosmarino, erbe mediterranee e sassi bianchi sotto il sole. Poi entra in scena una dolcezza asprigna, è la prugna Mirabella, detta anche goccia d'oro, succosa e morbidissima tanto da poterla suggere dal frutto che ti rimane in mano solo la buccia.
Dopo poco arriva di soppiatto una nota salata, che non amo molto, seguita da fiori classici femminili, la rosa sopra tutti, e il profumo agrumato fiorito della fresia.
Una nota pungente come di pino lo riporta alla dimensione androgina, e di nuovo la transizione salata.
Lo scaldo sulla pelle con il calore del mio respiro da vicino, mi piace la parte maschile, ma non sopporto quella femminile che trovo troppo leziosa, per un profumo che dovrebbe sapere di deserto.

E' una partita di ping pong, tra maschio e femmina, tra caldo mediterraneo e ballo in maschera a palazzo. Questo altalenarsi lo trovo qui disturbante perché non c'è elemento di connessione che faccia da legante tra le due personalità del profumo.
Un inizio magnifico e poi la discesa nella schizofrenia olfattiva.
Archiviato ad un uso invernale sulle sciarpe da tenere in borsa, fine comunque dignitosa rispetto a quelli archiviati a profumare l'acqua del risciacquo del bucato, nuovi profumi appena usciti, provati e che non meritano neanche di essere menzionati tanto sono insignificanti, deludenti, copie malriuscite, omologati.
Peccato.

Nomade (Chloé) - 2018 - Cipriato Floreale (Roman Kaiser per Givaudan)
Prugna Mirabella, Bergamotto, Limone, Arancia, Fresia Gelsomino, Pesca, Rosa, Muschio di Quercia, Amberwood, Patchouli, Sandalo, Muschio Bianco


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