sabato 10 dicembre 2011

La Diga




Sabato 10 Dicembre 2011 - Sono nella foresta pluviale, la natura e' verde scuro e umida, sento versi di uccelli striduli, dal piumaggio colorato che volano tra gli alberi, ne intravedo i colori sgargianti che mandano riflessi sotto le lame di luce. C'e' un rumore di acqua, mi incammino per trovarne la fonte. Ad un tratto mi rendo conto di essere scesa nel letto di un fiume asciutto, alla mia sinistra si erge una diga antica e maestosa tutta coperta di licheni e muschio. E' quasi impossibile capire che e' una diga, i mattoni di cui e' fatta sono tutti nascosti dalla vegetazione che ci e' cresciuta sopra per via di alcune infiltrazioni. Sotto il muschio, tra le fessure dei blocchi di pietra scorre, a rivoli, l'acqua. Si sente la sua presenza lì dietro, preme contro il muro altissimo come un animale vivo. Con un dito scosto il muschio e comincio a scavare un buco, voglio far defluire un po' l'acqua. Subito si crea un torrentello vivace. In quel momento vedo, buttata per terra, come una cosa non mia, la mia borsa. Dentro la borsa so di avere martello e scalpello, me li ha suggeriti il terapeuta, prima della seduta. Con martello e scalpello non si può smantellare una diga ma si possono fare delle piccole crepe. Li prendo riluttante. Inizia a piovere. La diga e' piena fino all'orlo e basta un po' di pioggia perché l'acqua esca anche dall'alto, strabordando. Penso che se riuscissi ad allargare qualche buco, l'acqua troverebbe una via di fuga, uno sbocco, cosi da non rischiare, se dovesse arrivare una pioggia monsonica, che il repentino aumento di acqua travolga e distrugga la diga, allagando buona parte della foresta sottostante. Ma poi penso: che diritto ha l'uomo di fermare lo scorrere di un fiume? Guardo la diga,  e' bellissima... ma intanto sento che e' contronatura.


Perché si costruiscono le dighe? Per creare terra la dove prima c'era un corso d'acqua. Ma è una terra che vive sempre in stato di allerta. Non si può costruire sul terreno reso fruibile dalla diga. O almeno non è intelligente farlo. E allora...perché si costruiscono le dighe?


mercoledì 30 novembre 2011

Non Rinunciare


Lunedì 28 Novembre 2011 - Sogno di ricevere una telefonata da un assicuratore, dice di chiamarsi Michele Micheli, sostiene che ho delle rate in arretrato da pagare. Io sono sicura che non devo nulla e discuto al telefono. L'uomo e' molto sicuro ha una parlantina veloce e faccio fatica a rimanere sul punto. Poi improvvisamente scoppia a ridere, e scopro che e' mio cugino Claudio. E' tanto che non ci vediamo, allora propone di incontrarci lunedi a cena. Io faccio un rapido calcolo e penso che perdero' un' altra lezione di acquagym, ma per un cugino che non vedo da molto... Mi sveglio con la convinzione, per cinque minuti buoni, che sia la realta'. Poi piano piano mi rendo conto che era tutto un sogno, che non dovro' rinunciare alla lezione. E' successo raramente che confondessi il sogno con la realta', so sempre, in qualche modo, che sto' sognando. Penso che il cugino lo vedro' organizzando in un giorno che non devo saltare la piscina. Mi alzo.

In effetti, nella vita da sveglia, sto' avendo qualche problema con una assicurazione che ho riscattato e per cui mi chiedono rate "scadute" non dovute...
Nella vita emotiva tendo sempre a privilegiare i bisogni degli altri, senza neanche contrattare... ecco, il mio inconscio mi ha mandato un messaggio molto limpido questa volta, non rinunciare a ciò che ti piace (l'acquagym) per un bisogno di altri, che vivono la loro vita per molto tempo senza di te, che è sempre piacevole vedere, ma per i quali non devo più annullare me stessa. Sto' imparando.

venerdì 25 novembre 2011

Miel de Bois - Serge Lutens




Un profumo da dea. Miel de Bois non è un profumo per tutti. La maggior parte delle persone non lo sopporta. Soprattutto le donne. Ha questa partenza stordente e invasiva, vischiosa e dolcissima che fa allontanare. Dopo circa mezz'ora compaiono i fiori, petali stropicciati, e odore di legno, legno in cui è stato riposto incenso migliaia di anni fa. Poi ricompare il miele ed è morbido e rotondo miele di fiori d'arancio mischiato con un miele più crudo e acre, come di grano saraceno. Non è un profumo per tutti e non è un profumo per tutti i giorni. Ma quando lo è, è il profumo di una dea. Irresistibile e attraente, pericoloso e permeante. Dopo due giorni e diverse docce, è ancora li, attaccato pervicacemente alla pelle.
Ed è divino.



Miel de Bois (Serge Lutens) - 2005 - Legnoso Mielato (Christopher Sheldrake)
Miele Bianco Crudo, Legni d'Ebano, Guaiaco, Aloe, Quercia, Cera d'Api, Iris, Biancospino, Note Animali, Incenso


martedì 25 ottobre 2011

Womanity - Thierry Mugler

Thierry Mugler, secondo me, rappresenta nel mondo della profumeria mainstream una punta di eccellenza. I suoi profumi sono sempre innovativi sia nella scelta delle composizioni che nelle tecniche di acquisizione delle molecole profumate. E innovativi rispetto alla massa degli altri profumi che invece di rischiare si adeguano all'onda del momento. Così come Angel, Womanity introduce due "ingredienti" mai utilizzati in profumeria. O meglio, sull'aroma di fico ci sono moltissimi e buonissimi profumi e variazioni, ma in Womanity c'è il profumo del frutto aperto, succoso, zuccherino e morbido, che fino ad oggi non era stato possibile ricreare. E il caviale. Il caviale potrebbe sembrare un odore controverso, uova di pesce... ma invece è percettibile come una nota appena appena salata e fresca. Non è mare, non è sale è profumo di nero lucido e vibrante. Vivo.
Completano, in sordina, una apertura di note agrumate amare e verdi e in chiusura note calde e resinose, di legni marini. E' una miscela morbida e femminile, orientale in maniera alternativa, leggero come una carezza ma durevole.
E ha una bottiglia bellissima, come sempre tutti gli "oggetti profumo" di Mugler. Bella da vedere e da toccare, da possedere.


Womanity (Thierry Mugler) - 2010 - Orientale Fruttato Salato (Fabrice Pellegrin)
Limone, Pompelmo Rosa, Latte di fico, Fico, Foglie di Fico, Legno di Fico, Caviale, Labdano, Legno di Cedro

lunedì 24 ottobre 2011

Quando hai troppe macchine, non vai da nessuna parte... - Umidità, Staticità e Chiusura



Lunedì 24 ottobre 2011 - Sogno. O meglio ricordo di aver sognato. Sono nello studio del dottore, so che vivo li da qualche giorno, perché ho avuto problemi con l'auto. Parcheggiate fuori infatti, oltre alla mia automobile che è stata riparata, ho due vetture sostitutive che non so come fare a riportare al meccanico. Dormire sul lettino del dottore è stato scomodo ma misteriosamente mi ha fatto passare il maldischiena, questo è quello che penso mentre sto radunando le mie cose in uno scatolone di cartone e qualche sacchetto. Ho deciso che non dormirò più li. Provo diversi reggiseni, tra cui un costume, e proprio in quel momento entra, dalla porta-finestra, l'assistente del dottore, un giovane biondo occhialuto alto ossuto. Mi comunica che ho ancora due parcelle in arretrato da pagare e mi chiede se sono già d'accordo con il dottore. Io finisco di vestirmi in fretta e comincio a portare fuori le borse e lo scatolone da mettere in macchina. Il parcheggio si sviluppa tutto intorno ad una antica fortezza, circondata da un fossato, alberi altissimi e secolari la nascondono alla vista in un aggrovigliato e lussureggiante verde scuro, il ponte levatoio sollevato. E', al momento, inaccessibile. Le tre macchine sono parcheggiate in punti diversi, quindi devo andare avanti e indietro descrivendo un semicerchio intorno alla fortezza, non vedo dove sto andando, sento solo il rumore dei tacchi sull'asfalto e poi, quando cambia, sul terriccio. Ho caricato la macchina, è la macchina che avevo prima, non quella di adesso. Guardo il cellulare, anche questo è il cellulare precedente al modello che uso in realtà adesso, il display è tutta una costellazione di goccioline d'acqua. Lo studio del dottore è sulla riva di un fiume, il telefono deve aver preso umidità nella notte, la temperatura è infatti scesa bruscamente. Penso a come fare per assorbire l'umidità, perché anche strofinandolo le goccioline rimangono li. Nel sogno che si sta avviando verso la veglia, ricordo di aver visto immagini di telefoni immersi nel riso. Il riso assorbe l'umidità senza corrodere i meccanismi, come farebbe il sale... La Risposta è il Riso. Penso che dovrei chiedere per farmi aiutare a riportare le auto di cortesia dal meccanico, ma sento di non avere ne voglia ne tempo, di dover prendere la mia auto e iniziare ad andare. La Risposta è lasciarle parcheggiate li, e lasciare che ci pensino da soli a recuperarle...

martedì 30 agosto 2011

Uno come Me

Rientro dalle vacanze, sulla scrivania dell'ufficio trovo un biglietto scritto da me. Spesso, tra la lista della spesa e gli appunti su idee e soggetti da scrivere, mi capita di scrivere desideri. L'appunto mi ricorda di scrivere qualcosa su Magdala e poi, sotto, un desiderio quasi inespresso...Uno come Me.

mercoledì 24 agosto 2011

Escher

Domenica 21 agosto 2011 - Sono in una tavola di Escher, i gradini sono frasi della chat. Le tue. Salgo e scendo dalle frasigradino. Mi guardo intorno, il mondo è capovolto, ciò che é dentro è fuori, ciò che non sembra é. Mi sveglio.


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lunedì 15 agosto 2011

Magdala - Laura Tonatto

Magdala è un progetto di Laura Tonatto per offrire dei profumi che rispettino i precetti della Aromacologia.
Ne sono venuti fuori quattro. Li ho annusati e qui riporto la mia modesta esperienza. Come sempre soggettiva e priva di valore scientifico.

PUREZZA - Fiori d'arancio e Lavanda
Purezza è il profumo delle spose, al primo impatto i fiori d'arancio, con la loro amara carnosità, invadono l'aria. Poi sottile e spigolosa subentra la lavanda. Pulita, quasi metallica. Sulla mia pelle, la lavanda prende un odore di fieno al sole, fiorellini secchi nei cassetti delle lenzuola candide, aria pulita.

CONCENTRAZIONE - Sandalo e Bergamotto
Questo profumo è l'essenza della mascolinità per me. Un profumo veramente di meditazione, dove il sandalo e il bergamotto si alternano e rivitalizzano continuamente. Me lo immagino su un uomo che ama vestirsi di lino bianco. Pelle abbronzata leggera, sorriso pigro.

ARMONIA - Rosa e Gelsomino
Spritz BAM! e sei preso per i capelli e depositato in un giardino inglese... petali di rosa stropicciati tra le dita, e ahhhhhhh il profumo inebriante, caldo, femminile del gelsomino di notte. Ma poi rimane la rosa.

ENERGIA - Vaniglia e Pompelmo
Energia è un profumo bifasico per la prima mezzora è sconcertante, il naso annusa frizzantezza e cremosità, amaro e dolcezza, in un continuo sovrapporsi. Come un rincorrersi per essere davanti. Il pompelmo è vitale, corposo, amaro e frizzante, dall'albeo spesso e morbido e questa ultima qualità lo lega alla vaniglia che è cremosa ma assolutamente non dolciaria. La vaniglia è burro, pastosa, aderente alla pelle. E poi il pompelmo rimane indietro con un unica nota amara, a fare da sfondo alla vaniglia che continua per ore ma secca e pungente, calda. Speziata a modo suo. Sai che è vaniglia ma lo sai con la pancia, perchè il cervello non riesce a collocarla in niente di domestico.

domenica 14 agosto 2011

Poivre Piquant - L'Artisan Parfumeur


Dopo la morbidezza estremamente femminile di Drole de Rose, avevo bisogno di una sferzata. Qualcosa che mi mettesse il pepe addosso...
Cosa meglio di una antica ricetta tratta dal Kama Sutra, il più famoso di tutti i trattati sanscriti sull'amore? Creata per la sposa prevede ingredienti dolci e ingredienti piccanti, zucchero e pepe, perchè così deve essere la donna.
Poivre Piquant ti brucia subito le narici con il suo pepe piccante e aromatico, lo senti salire e arrivare fino ai dotti lacrimali, questo dura un po' perchè non bisogna arrendersi subito, quando senti che stanno per prepararsi le lacrime subentra il latte. Il latte non ha un suo odore, ma in qualche modo percepisci la sua presenza per la morbidezza che apporta. Il pepe bianco diventa quasi cremoso e si fonde con la pelle. Uno sciogliersi dolceamaro di liquirizia nera, come a sentirlo sulla lingua. Un sentore lontanissimo di miele e zucchero, più una sensazione di dolcezza che il vero e proprio profumo di miele.
E il pepe che rimane bruciante, morbido e dolce sulla pelle, come l'impronta del bacio di un amante.



Poivre Piquant (L'Artisan Parfumeur) - 2002 - Speziato Orientale (Bertrand Duchaufour)
Miele, Pepe Bianco, Latte, Liquirizia

sabato 13 agosto 2011

Drôle de Rose - L'Artisan Parfumeur


Drôle de Rose è un profumo vintage trattato in maniera moderna. Ne esce una miscela esplosiva di donna donna, quella truccata, accessoriata e profumata. Ma dai morbidi capelli che si appoggiano in onde delicate sulle spalle e dai vestiti fruscianti che olezzano ad ogni piccolo movimento. Dalla pelle candida e morbida e tenera. Una donna da amare.
Spesso quando arriva la primavera mi viene voglia di un profumo che sappia di fiori e di femminilità. Spesso l'amore per quel profumo dura lo spazio di quel mese che attende il caldo. Quello vero. E poi svanisce. Non va più bene, perchè quando fa caldo le donne così spariscono. Non si sa dove vanno, forse in climi più miti per continuare ad indossare tacchi e gonne attillate, trucco impeccabile e guanti di camoscio.

Drôle de Rose (L'Artisan Parfumeur) - 1996 - Floreale (Olivia Giacobetti)
Fiori d'Arancio Africani, Anice Stellato, Iris, Rosa, Violette, Mandorla, Cuoio, Miele Bianco


venerdì 12 agosto 2011

Do Son - Diptyque


Do Son racconta la favola dell'infanzia di Yves Coueslant, un fondatore di Diptyque, in Vietnam. La pagoda nel porto di Haïphong, nel Nord Indocina, dove la madre riposava al riparo della calura umida tropicale. Do Son racconta di fiori bianchi a mazzi con petali grassi e umidi, la tuberosa, dal profumo stordente ed oppioide.
Eppure la tuberosa qui è resa fresca e verde e brillante come vetro. Do Son è un profumo freddo e bianco. Dalla sensualità trattenuta. Tutta l'integrità di un fiore non schiuso. La Tuberosa è appoggiata sul melange creato dagli altri ingredienti, come un bocciolo appoggiato su una candida pezza di lino.
Tutto avviene nell'ombra, e nella improvvisa folata fresca di un monsone.


Do Son (Diptyque) - 2005 - Floreale (Fabrice Pellegrin)
Foglie d'Arancio, Muschio, Rosa Canina, Tuberosa, Benzoino, Iris

giovedì 11 agosto 2011

L'Eau Trois - Diptyque

Sfaccettata e tagliente sono le parole che mi vengono in mente per descrivere L'Eau Trois di Diptyque.
Appena spruzzata ci sono le erbe, quelle che crescono tra i sassi bianchi sulle scogliere della grecia, un vaghissimo accenno di finocchio selvatico stropicciato e poi subito quel misto secco, aromatico, pungente che contraddistingue le erbe che riescono a crescere suggendo la poca acqua attraverso le spaccature della roccia. Poi si fa spazio fumosamente l'incenso, la mirra, spigolosa, metallica, con quel suo odore di legno tirato talmente a lucido da diventare duro come marmo. Un profumo di chiesa antica e fresca, buia e grigia, con lame di luce che provengono da non si sa dove a tagliare il pulviscolo. E' un profumo che sovverte tutti i meccanismi, offrendo una visione completamente diversa della realtà. Una visione interiore ma distaccata. Senza soggettività.

L'Eau Trois (Diptyque) - 1975 - Legnosa Speziata (Serge Kalouguine )
Mirra, Mirto, Origano, Cisto, Olibano, Pino Marittimo, Alloro, Timo, Rosmarino

mercoledì 10 agosto 2011

L'Eau d'Ambre - L'Artisan Parfumeur

L'Eau d'Ambre è proprio quello che dice di essere, un'acqua d'ambra, fuggevole, diafana. Classificare L'Eau d'Ambre nella famiglia degli Orientali è quasi un misfatto. Perchè non possiede la corposità densa degli altri appartenenti alla famiglia. E' come una giovane sorella acquisita, timida e nascosta.
Possiede un equilibrio perfetto tra polverosità e ariosità. E' un profumo di pelle, tiepido e delicato come la pelle di un bambino appena nato, una pelle che non ha mai visto raggio di sole. Un profumo lunare da maiko. Non sconvolge, non insinua pensieri peccaminosi. Piuttosto crea un senso di protezione in chi lo annusa.

L'Eau d'Ambre (L'Artisan Parfumeur) - 1978 Orientale (....)
Ambra, Patchouli, Vaniglia, Geranio

martedì 9 agosto 2011

L'Eau - Diptyque


Basato su una ricetta inglese del sedicesimo secolo per creare un "pomander au clous de girofle" l'Eau di Diptyque è davvero un tuffo nel passato. Al primo impatto il naso viene aggredito da questo binomio cannella/chiodi di garofano che ne fanno un profumo veramente per appassionati. Subito dopo subentra un sentore medicinale e carneo che si miscela a poco a poco e porta ancora più su il pungente aroma di cannella. Sottovoce arriva poi una rosa saponosa, cerosa, viatico per far esplodere in tutta la sua magnificenza il chiodo di garofano che rimarrà protagonista indiscusso fino alla fine. E che fine! Questo profumo è strepitoso, opulento in una maniera tutta sua, cristallina... Punge le narici e arriva diritto al cervello come una freccia. Uno dei miei preferiti. Sempre.
L'Eau (Diptyque) - 1968 - Orientale (Desmond Knox-Leet) 
Cannella, Rosa, Geranio, Legno di Sandalo, Chiodi di Garofano

lunedì 8 agosto 2011

Traversée du Bosphore - L' Artisan Parfumeur


Marzapane è il primo aroma che emana Traversée du Bosphore, compatto, che quasi si sente sotto i denti, cedevole e pastoso. Poi arriva la Rosa, per la verità una confettura di rosa, zuccherina e non fiorita... e poi un profumo soave di guanti di camoscio stropicciati, finissimi, chiari, che hanno tenuto in mano dolcetti da té alla mandorla e mazzetti di fiori delicati, dai colori pastello.
Questo profumo è davvero un viaggio, temporale e spaziale. Un lieve afrore di salsedine e tabacco aromatico e poi si stabilizza sulla pelle con la sua nota scamosciata.
E lì rimane per ore, sottile ma percepebile. Non più edibile ma corporeo.
Traversée du Bosphore - (L' Artisan Parfumeur) - 2010- Cuoiato Gourmand - (Bertrand Duchaufour )
Mela verde, Zenzero, Melograno, Iris, Tulipano, Zafferano, Cuoio, Loukum, Vaniglia, Rosa Turca, Pistacchio, Mandorle, Note muschiate, Cedro

sabato 6 agosto 2011

Il grattacielo in costruzione

Sabato 7 agosto 2011 - Sono in bilico su una trave in movimento di un grattacielo in costruzione. E' notte, le luci della citta' friggono mute sotto di me, io soffro di vertigini. Un vento forte fa ondeggiare la mia trave che trattenuta da un cavo nel centro e' in continua ricerca di una posizione di equilibrio. Io ci sto sopra senza attaccarmi a niente, con le braccia in estensione alare cerco di non cadere. All'improvviso riesco ad intravedere qualcosa che mi faccia da punto di riferimento, la trave sta scendendo... Davanti ai miei occhi passano altre travi, cavi, putrelle, che potrebbero aiutarmi a scendere ma non oso saltare, ogni volta che guardo giu' rischio di cadere. C'e' un cambio di odore nell'aria, da rarefatto a terroso...gli appigli davanti a me sono una scala, uno scivolo, è un parchetto giochi ma ho ancora paura di fare quel piccolo salto che dalla trave mi faccia atterrare.

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venerdì 5 agosto 2011

La domanda per uscire dalla pozzanghera


Venerdì 5 agosto 2011 - Stò annaspando in una pozzanghera ma non riesco ad uscirne. Dentro di me si forma il pensiero che facendo la giusta domanda alla giusta persona potrò ritornare eretta e la pozzanghera tornerà ad arrivarmi solo alle suole delle scarpe. Allungo il braccio, la mano che afferra l'aria in cerca di aiuto. Per un momento ho visto a chi devo fare la domanda. Mi sveglio in carenza d'ossigeno.

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giovedì 7 luglio 2011

Adrenaline Car I


Oggi mi sono ritrovata a guidare la mia vecchia auto, la prima Adrenaline Car, quella che si spegne anche mentre sta andando... All'inizio e' stata dura, in confronto alla mia macchina, questa sembra un giocattolino...e' tutto piu' piccolo e poi sei seduto in uno spazio non contenuto, c'e' il vuoto la dove invece c'e' il tunnel che ti incunea alla guida. Adrenaline Car I e' pazza. Scalpita quando davanti si trova qualche nonna abelarda che guida a 60 all'ora ostacolandola. Si impenna e a me tocca tenere tutto quello che c'e' sul sedile del navigatore che se no rotola a terra... Poi ti permette di entrare in sintonia, l'orecchio teso riconosce l'assenza del motore e la mano rimette in moto, nessuno si e' accorto. Sugli stop in salita, giu' per i tornanti, entrando nelle rotonde e' tutto un sincronismo di frizione, accelleratore per tenerla su di giri e freno a mano a diverse angolazioni per simulare il tocco del freno a pedale. E' bella Adrenaline Car I, e' bella perche' non rispetta nessuna regola. Spintona, passa con il rosso, suona selvaggia il clackson a chi si intromette sulla sua strada, e' fatta per sfrecciare libera lei! Stasera tornando mi sono fermata a lavarla, chi la usa adesso non lo fa da parecchio tempo. La macchina ovviamente si spegne tre volte per arrivare alla postazione di lavaggio ma... mentre la massaggio con l'acqua saponata e poi la risciacquo sento qualcosa. Il motore e' spento, avvicino di piu' l'orecchio e sento rumore di fusa. Grazie mia piccola macchina, mi hai trasportato per tanti anni e solo quando sei stata vecchia ti sei permessa qualche acciacco. Le bizze! E anche cosi mi hai donato sensazioni di liberta'. Come oggi, tutte e due vestite di nero audace, indomite abbiamo sfrecciato senza curarci degli altri. Solo noi due. E' stato bello!

lunedì 27 giugno 2011

Coltivare le Dee - Artemide

Sembrerò fissata ma io ogni tanto vado a rileggermi "Le dee dentro la donna" (e di conseguenza spulcio anche "Gli dei dentro l'uomo" e a ruota "Tipi psicologici") un libro (un trittico indissolubile) che SEMPRE SEMPRE SEMPRE mi attiva. Questa volta ci ho passato un intero sabato, il tempo vola quando sei immersa e concentrata in qualcosa che ti appassiona. Il motivo per cui sono tornata a rileggerli è perché ho in mente una bozza di profilo che mi serve per capire a che punto sono del mio percorso. E cosa mi serve ora per dare un ulteriore giro di vite al cambiamento.

Capire, in maniera viscerale, quello che si è. Avere una epifania sul risultato più vicino alla completezza di quello che saremo. E ci si puo' arrivare avendo chiaro cosa si è stati, limiti e forze, e richiamando a galla quelle forze che ci sono state utili in passato. Io so che a questo punto della mia vita devo richiamare ad essere più presente in me Artemide. Ho bisogno della sua concentrazione e mira infallibile, della tensione verso l'obiettivo e della sua determinazione e capacità a non farsi distrarre. Di Artemide devo recuperare anche quella passionalità che in Athena manca. Entrambe queste dee sono state fortemente determinanti nella mia infanzia e adolescenza. Poi l'archetipo Artemide...si è perso...si è rintanato in fondo in fondo, invisibile. Ma la dea della caccia è sempre presente. Proprio come la dea aveva la capacità di scomparire improvvisamente e riapparire così è bastato quel sabato di lettera e studio (tipico approccio Athena) a farla riapparire in me. Il giorno dopo, se ne è stata buona buona, silenziosa, per quasi tutto il tempo di una gita in montagna. Ma il contatto con la natura, la dimensione aerea del viaggio, sono alimento per la dea. E poi SBAM!

Davanti ad un torrente dove tutti erano stesi a prendere il sole, io ho recuperato il mio costume dalla borsa della piscina che ho sempre nel baule della macchina e velocemente mi sono cambiata. Sono entrata nell'acqua freddissima, sotto lo sguardo attonito di tutti. Un tuffo e per un attimo sono MORTA. Niente più aria in me, nessuna funzione atta a respirare. Tutto fermo. Con la bocca spalancata, in assenza di respiro, ho nuotato verso la riva. Anzi no, il mio corpo è stato nuotato verso la riva, perché io di certo non ne avevo la percezione ne tantomeno il controllo. Per tre volte ho ripetuto questa piccola morte, morendo sempre un po' di meno.
Dopo questi shock me ne sono stata immersa, nuotando tranquilla, completamente unita all'acqua del torrente. Ho sentito rinascere in me Artemide e ho capito che non mi aveva mai lasciato. Invisibile ha sempre palesato la sua forte presenza in me, quando guido godendo della macchina e della velocità, quando determino la mia vita in maniera audace e improvvisa, seguendo solo l'impulso, quando mi incapriccio e agisco per togliermi immediatamente il capriccio. Quando in solitudine non mi sento sola.
Adesso so che è stata sempre in me. Forte. E ho iniziato il processo di risveglio. Lei mi aiuterà a partorire me stessa.
In uno dei suoi aspetti Artemide era una ninfa e governava su tutte le ninfe, una forza elementare il cui regno erano i boschi, nei quali vige un ordine tanto diverso da quello umano da apparire a noi come informe e libero; ma questa libertà è quella della completa obbedienza all'istinto, che gli animali possiedono ancora, a differenza degli esseri umani. Sotto questo aspetto Artemide era la 'Signora della Selvaggina', la forza dell'istinto che assicura, attraverso la morte degli individui, la sopravvivenza della specie.
Come Signora degli animali, era per i Greci l'invisibile guardiana degli animali selvatici, colei che uccideva con le sue frecce acuminate chiunque desse la caccia a bestie gravide o a cuccioli. Un altro istinto su cui vegliava era quello della riproduzione, nelle sue manifestazioni del sesso e del parto; essa seguitò a essere la protettrice delle partorienti anche nella leggenda più tarda; quando la sua importanza come dea era ormai oscurata da quella degli dei maschi, il mito descriveva ancora Artemide come la gemella (nata prima) del sole (che in origine non era considerato suo fratello), la quale avrebbe fatto da levatrice durante la nascita di quest'ultimo. Artemide era la forza della creazione, colei che le madri greche invocavano quando le doglie del parto avevano inizio, trovando un sollievo nella credenza che essa le assistesse durante il travaglio così come faceva per qualsiasi femmina animale in procinto di partorire.
Dea più adorata della Grecia, Artemide era onorata con rituali molto popolari, anche se vari, così come vari erano gli aspettti della dea stessa. A Efeso, nel suo ricco tempio, Artemide era servita da sacerdotesse caste, che prendevano il nome di Melisse, o api, e da sacerdoti eunuchi. A Sparta era Korythalia, venerata con danze orgiastiche. Le Amazzoni adoravano la madre della guerra, Astateia, con una danza circolare durante la quale percuotevano gli scudi e battevano il suolo con i piedi ricoperti da calzari atti alla guerra. Sembra, però, che le feste più popolari in onore di Artemide fossero quelle celebrate durante le notti di luna piena, in cui i fedeli si radunavano nel bosco sacro alla Dea e si abbandonavano al suo potere, facendo baldoria e accoppiandosi senza conoscersi. La dea preferita della Grecia era dunque la personificazione della legge naturale, una legge così diversa da quelle della società, tanto più antica, forse destinata a durare eternamente.

Quale Dea della caccia e della Luna, Artemide è la personificazione dello spirito femminile indipendente.
Ella rientra nella categoria delle Dee vergini che, a differenza di altre, non fu mai rapita o abusata e rappresenta un senso di integrità, di completezza, il cui valore non dipende da "con chi" essa sta, ma da ciò che essa "è" e "sa fare".
La sua abilità di arciera fa di lei l'archetipo di un femminile che si pone un obiettivo e senza indugi lo raggiunge, dunque rappresenta la capacità di realizzare i propri progetti, una volta messi a fuoco.
Per quanto competitiva, Artemide non vede nelle altre donne delle rivali, bensì delle sorelle. Infatti corre per i luoghi selvaggi sempre accompagnata dalle sue ninfe, divinità minori dei boschi, delle montagne e dei ruscelli. Per altro si arrabbia tantissimo e si attiva per difendere le altre donne, quando queste sono in pericolo. Si tratta dunque di un femminile che prova un senso di solidarietà con le altre donne, la cui compagnia considera irrinunciabile e i cui diritti difende a spada tratta. Per questa ragione è stata presa quale simbolo da molti movimenti femministi.
Nei confronti degli uomini ha un atteggiamento cameratesco, ma senz'altro non cade preda di innamoramenti e fascinazioni. Il gemello Apollo, dio del sole, può essere visto come la sua controparte maschile: lui il sole, lei la luna.
Il suo amore per la natura selvaggia, per i luoghi incontaminati e gli animali liberi fanno di lei anche un modello di donna ecologista, impegnata nella lotta per la salvaguardia dell'ambiente.

L'archetipo Artemide non coincide con un tipo di donna che si realizza nella maternità, bensì rappresenta un genere femminile che "si basta" e che trova la sua soddisfazione nell'essere pienamente sè stessa, libera e autosufficiente, nel lottare per ciò in cui crede e nel contatto con la natura, che rappresenta la parte più selvaggia di noi.
Tuttavia, avendo aiutato la madre a mettere al mondo suo fratello, è considerata Dea del parto e protettrice delle partorienti, che la chiamano in suo aiuto nel momento del bisogno.
Viene infatti anche rappresentata come Dea dalle cento mammelle, rappresentazione dell'Artemide Efesia.

sabato 25 giugno 2011

Adrenaline Car II


Prima avevo una macchina che anche in moto poteva spegnersi improvvisamente, l'avevo soprannominata Adrenaline Car, non tanto per me, che mi accorgevo dell'assenza del motore e riavviavo ancora in movimento, ma per chi era a bordo con me... una bella sferzata di adrenalina soprattutto quando uscivi da uno stop in salita per immetterti in strade di grande percorrenza...
Adesso ho una macchina decappottabile che mi fa sentire la morsa ai reni quando accellero.
Ecco ci sono delle giornate di sole, come oggi, che non hai voglia di tornare a casa, ancora meno del solito, e allora giro prima della curva che porta al cancello e al garage e prendo la superstrada. Tutte e due, io e la mia macchina, siamo felici. Musica alta, vento nei capelli, sole tiepido sulla nostra pelle. Sorrido. E penso a chi gode delle stesse sensazioni andando in moto...
E' una ricerca di emozioni quello che accomuna chi gode di queste piccole cose.
La macchina risponde bene, legnosa e docile allo stesso tempo. Quando imbocco la corsia di accellerazione sento l'ombelico che si va a schiacciare contro la spina dorsale, gli addominali contratti, le spalle rilassate. E sento che lei è la mia estensione animale. Scintilla ad ogni raggio di sole. E' metallo liquido. E non ne ha mai abbastanza. Come me.

venerdì 24 giugno 2011

Il Grumo - parte II

A volte penso che ho cambiato macchina per non avere più la tentazione di decomprimere il Grumo contro un palo (Il Grumo - Compressione, Decompressione).

TU SEI UN ESPLORATORE.
LA TUA MISSIONE E' DOCUMENTARE
 E OSSERVARE IL MONDO
 INTORNO A TE COME SE
 NON LO AVESSI MAI VISTO PRIMA.
PRENDI NOTA. RACCOGLI LE COSE
CHE TROVI NEI TUOI VIAGGI.
DOCUMENTA LE TUE SCOPERTE.
FAI ATTENZIONE AGLI SCHEMI. SEGUI LE TRACCE.
CONCENTRATI SU UNA COSA ALLA
 VOLTA. REGISTRA COSA
TI ATTIRA.

lunedì 20 giugno 2011

The Shaper - il Modellatore

Lunedì 20 giugno 2011 - Ti ho sognato. Ho sognato di sentire la tua voce. Sto preparandomi per andare a dormire, sono in bagno, improvvisamente mi si materializza in mano il telefono, sta squillando. Osservo il numero sul display meditando se rispondere o no perche' e' un numero che non conosco. La curiosità vince e apro la chiamata. Dall'altro capo del telefono una voce maschile, bassa, mi saluta con un ciao e ci attacca subito buonanotte, una pausa infinita, il cuore mi e' balzato direttamente in gola e mi impedisce di parlare. Ma l'uomo ha capito che ci sono, che sono io, sa. Mi blandisce, la sua voce e' tranquillizzante, quasi ipnotica, piano piano, deglutendo,  riesco a ricacciare il cuore al suo posto e mi esce un filo di voce. Gli spiego l'effetto che mi ha fatto, il perche' non riuscivo a rispondere. Apprezza la mia voce. E' bello sentirti. I contorni del bagno sfumano, un vortice blubiancomarrone, sto svenendo alla realtà, mi sveglio.
Già un'altra volta è successo che un personaggio del mio inconscio abbia varcato il confine e si sia palesato nella realtà. Il Giardiniere/Stilista compare a tratti nei miei sogni, quando sono in un certo stato d'animo. Ha sempre sembianze di maschio latino, viso squadrato, labbra carnose, occhi profondi, capelli scuri. Il Giardiniere si è palesato in un modo molto particolare. L'ho cercato io. Ma quasi subito ho avuto la certezza che fosse lui, per un certo modo di prendere in mano la situazione, dominarmi con polso ma autorevolezza e comprensione. E' Morfeo il Modellatore. L'ultima fase che mi mancava per completare questo tratto di percorso. Così come aiuta a crescere, concima, lega ai tutori i rami deboli, pota i rami secchi, sotto forma di Giardiniere, così come ha tagliato su misura per me nuove vesti che si adattassero e valorizzassere il mio corpo, adesso interviene sulla mia forma mentale. Il suo eloquio è carezzevole ma non ammette tentennamenti. Ed è ciò di cui ho bisogno.

venerdì 17 giugno 2011

In Immersione

...in emanazione
...in oscillazione continua
...in immersione
...sommersa
...in occultamento
...occultata...

e a volte invece mi sento solo un involucro.




Non so cosa è meglio.

giovedì 16 giugno 2011

Come Baciare


Ho trovato questo trattatino non ricordo più dove, ogni volta che lo rileggo smuove in me qualcosa di fresco e tenero.
Le persone si baciano, anche se nemmeno una su un milione sa come ottenere la felicità di un paio di labbra più di quanto sappia cavare diamanti dal carbone... Prima di tutto scegliete chi state per baciare: non saltate su come un pupazzo a molla per baciare la prima donna che passa sul collo, sull'orecchio, sull'angolo della fronte o sulla punta del naso... l'uomo dovrebbe essere rasato di fresco, l'occhio gentile, la bocca espressiva. Non baciate chiunque, non sedetevi per farlo, rimanete in piedi...Prendete con la vostra mano destra la sinistra della signora, mettete la mano sinistra delicatamente sulla spalla di lei e lasciatela scendere sul lato destro. Non abbiate fretta... avvicinatela gentilmente, amorevolmente al vostro cuore. La sua testa si abbasserà fino ad appoggiarsi sulla vostra spalla. Ora procedete con calma. La sua mano sinistra è nella vostra destra, deve sentirla, perciò non stringete troppo forte, solo una presa delicata, carica di elettricità, sentimento e rispetto. La sua testa è appoggiata sulla vostra spalla: siete cuore a cuore. Guardatela negli occhi socchiusi; uno sguardo tenero ma virile; stringetela al petto. Rimanete saldi in piedi, siate coraggiosi, ma senza fretta. Le sue labbra sono quasi aperte, piegate la testa, ma non il corpo, leggermente in avanti; prendete la mira; le bocche si uniscono, gli occhi si chiudono, il cuore si apre; l'anima dimentica le tempeste, i problemi e i dolori di ogni giorno (mantenete la calma) il paradiso è davanti a voi, il mondo passa sotto i vostri piedi come una meteora che attraversa il cielo stellato (non abbiate timore). Nessun trambusto, nessun frastuono, nessuna agitazione incontrollata come quella dei vermi sull'amo. Baciare non fa male, e non richiede nessuna autorizzazione dello Stato.
(C.C. Bombaugh, The Literature of Kissing, J.B.Lippincott & Co, 1876)


lunedì 13 giugno 2011

Athena, la Tessitrice

Recentemente qualcuno ha visto in me un archetipo che pensavo appartenesse solo alla mia infanzia. Mi sbagliavo. Ancora oggi l'archetipo di Athena fa parte di me. L'aggressivita' compressa, l'autocontrollo, una certa apparente freddezza... Poi mi sono ricordata di un sogno molto articolato, sognato tempo fa. Me ne sono ricordata andando a rileggere gli attributi di Athena, tra i quali spiccava l'arte della tessitura. Nel sogno "Lo chalet, Homer, la Matassa e la vecchia pazza dei gatti" (http://femminafolle.blogspot.com/2010/06/lo-chalet-homer-la-matassa-e-la-vecchia.html) la vecchia e' capace di tessere e di fare nodi invisibili. Quella vecchia sono sempre io ed e' anche Athena. Ora mi e' chiaro che una delle mie capacita', un mio talento, e' riannodare i fili dell'esistenza, la mia e quella di chi si rivolge a me. Riannodo facendo nodi invisibili per integrare i vecchi fili in nuovi tessuti. Perche' il passato va integrato e reso omogeneo con la trasformazione avvenuta. Solo cosi ha inizio una nuova vita. Presentando un tessuto senza buchi ne strappi. Rinnegare il passato, non integrandone i fili nel nuovo lavoro di tessitura o utilizzare i fili lasciando i nodi di giunta visibili e individuabili ci rende mancanti. Dipendenti perche' incompleti, deboli perche' irrisolti.



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lunedì 30 maggio 2011

La Casa sul Fiume, il Topo, il Gatto e Filippo




Lunedì 30 maggio 2011 - Sono nella casa su un fiume. Ci abito ma non è mia, la casa è della Proprietaria, c'è anche lei. La casa sul fiume è costruita proprio sopra i massi in mezzo alla corrente d'acqua, ha i pavimenti inclinati perché seguono la pendenza. Giro per casa studiando la disposizione delle stanze e come arredarla perché la casa è anche mia. La Proprietaria è in cucina, sta lavando i piatti, ad un certo punto sento un rumore come di arrivo e mi ritrovo con i piedi nudi immersi in dieci centimetri di acqua freddissima. Guardo la Proprietaria e lei tranquilla mi spiega che succede tutti i giorni alla stessa ora, quando il fiume si alza di livello, l'acqua scorre anche in casa, è tutto nella norma, segue la pendenza e dopo dieci minuti si riabbassa il livello. Così il pavimento è sempre pulito. Penso che è una cosa strana ma ci si può abituare, basta non lasciare niente per terra, che non vuoi venga portato via dalla corrente, e fare dei mobili con dieci centimetri di spessore impermeabile alla base. Mi sveglio, ma invece sto ancora sognando, e sono nel letto di casa mia. La mia gatta salta sul letto e mi accorgo che ha un topolino piccolissimo in bocca, è morto. Cerco di cacciarla via, la scena si ripete altre due volte, ma la terza volta il topolino è vivo, sfugge dalla bocca del gatto e corre all'impazzata tra le lenzuola. Vincendo il timore lo prendo in mano, ha il pelo morbidissimo è un batuffolo vibrante con il cuore che batte fortissimo. Penso che se ne ha trovati tre, vuol dire che ce ne sono degli altri, magari in una tana, e che se avessi la casa sul fiume, l'acqua non permetterebbe ai topi di fare la tana. Decido che devo cercare la tana nel sotterraneo della casa. Libero il topolino e lo seguo. Le fondamenta della casa sono un parcheggio abbandonato, detriti e pilastri, una scala che porta alla metropolitana, tra le arcate formate dai pilastri finestre con vetri rotti rimbalzano lame di sole. Si intravede il cielo fuori, è azzurro terso. Cerco i topi, sono armata di scopa, arrivo alla tana ma invece del topo esce un gatto adulto. Penso che il topo è cresciuto e nel sogno è normale che sia diventato gatto, è la sua naturale evoluzione. La scopa non è più sufficiente per il gatto, ci vuole un badile, ma già dentro di me non voglio prendere a badilate un gatto, lo vedo camminare sinuoso ed entrare in un anfratto, dopo poco tempo ne esce un ragazzo, è alto, magro, capelli castano dorato, occhi verdeazzurri, si chiama Filippo, è l'ultimo stadio dell'evoluzione Topo - Gatto. E' adulto ma è come se fosse nato ieri, candore e ingenuità sono le sue doti. C'è una donna affianco a lui, è la Fintabionda, l'ha preso a braccetto e lo sta convincendo di qualcosa, io mi avvicino di soppiatto, prendo la mira e lo colpisco con una badilata di piatto sulla testa. Il metallo è un guizzo argenteo sulla testa bionda. Filippo si gira e mi guarda stupito, nessuna reazione, guardando il suo sguardo meravigliato e innocente lascio cadere il badile e lo sottraggo alla Fintabionda. Filippo mi spiega che gli stava dicendo che per lui è meglio cercare lavoro in un altra nazione e che avrebbe dovuto prendere la metropolitana e andarsene. Io lo fisso negli occhi, siamo molto vicini, con voce bassa gli dico che non deve ascoltare quella donna, perché non parla nel suo interesse ma vuole solo allontanarlo da qui perché ha dei progetti e la sua presenza li intralcerebbero. Prendo il viso di Filippo tra le mani, ha la pelle liscia e delicata, sottile, lo bacio sugli occhi, sento le ciglia che fremono sotto la pressione delle mie labbra e intanto mormoro che non deve andarsene che deve rimanere insieme a me. Apre gli occhi e fa cenno di si, le nostre labbra si appoggiano, le sento morbide, calde e piene. Mi sveglio.
Filippo è il nome che avrei dovuto avere se fossi nata maschio. Filippo è l'ultimo stadio della mia evoluzione, è appena nato ma è un uomo fatto. La mia parte maschile ha finalmente raggiunto la maturità. C'è una parte di me, la Fintabionda, che se ne vuole sbarazzare, per mantenermi così, nello stato precario attuale, ma Filippo è forte, resiste senza cedere alle badilate. Ha uno sguardo candido sul mondo, guarda negli occhi e sa baciare.
E' sia preda (topolino) che predatore (gatto), è pronto a scendere nei sotterranei e a viaggiare lontano per intraprendere un nuovo lavoro. E non lo ferma niente e nessuno.

...e la casa? per il momento, sono ancora con l'acqua ai piedi... non so se è positivo o negativo, si vedrà.