Smyrna è un profumo strano, bilaterale, dove alla freddezza del vetiver e soprattutto della rosa, si contrappone il calore bollente del pepe nero e delle note legnose e speziate. E così produce una sensazione di volo, con i piedi ben ancorati a terra.
La freddezza della rosa è paragonabile a quando si tocca il marmo, freddo si ma vivo, liscissimo dove lo scultore ha lavorato per dargli una forma plastica, ruvido dove ha lasciato i segni dello scalpello. E' per questo che la rosa in Smyrna, nonostante sia fredda, da l'illusione di morbidezza e trasparenza, come certi veli cesellati nella pietra.
Il pepe nero perde un poco la nota bollente ma rimane caldo, tangibilmente caldo attraverso le narici.
Dopo qualche minuto, tutte queste note in combattimento, si fondono in un insieme ne maschio ne femmina, saponoso pulito, tagliente. Mi affiorano alla mente sensazioni ricordo di vetrate a piombo nelle chiese, da cui filtra la luce colorata a seconda del settore. L'odore che rimane in quelle chiese vuote dove aleggia ancora un filo di incenso. E poi è come camminare a piedi nudi su un tappeto di petali di rosa e spezie, in un continuo alternarsi tra occidente e oriente, tra chiese cattoliche e impero ottomano, tra modernità e passato.
Smyrna (Le Couvent des Minimes) - 2018 - Chypre Floreale (Jean-Claude Ellena, Amelie Bourgeois, Thomas Fontaine e Eric Fracapane)
Agrumi, Rosa Turca, Pepe Nero, Cardamomo, Vetiver, Note Legnose
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