Ho letto questo libro ("Le dee dentro la donna" di Jean S. Bolen) molti anni fa e improvvisamente l'altro giorno, qualcosa mi ha fatto ricordare che c'era questa storia dei Quattro compiti di Psiche (che riporto con parole mie)...
Nella Mitologia Greca Afrodite, madre di Eros, quando scopre che Psiche è innamorata di Eros e da lui ricambiata, decide con uno stratagemma di separare gli amanti. Psiche allora cerca di riconquistare l'amore ed Eros, andando direttamente e umilmente da Afrodite.
La dea le ordina di eseguire quattro compiti, certa che non riuscirà a portarli a termine tanto sono difficili.
Il primo compito DIVIDERE I SEMI equivale a fare ordine nella propria vita separando ciò che ha valore da ciò che distoglie energie e non vale niente, fidandosi del proprio intuito (i semi differenti vanno ordinati in gruppi e separati dalle impurità, Psiche riesce perché vengono in suo aiuto le formiche, che rappresentano l'intuito che porta a livello conscio le sensazioni inconsce che abbiamo)
Il secondo compito PRENDERE UN FIOCCO DI LANA DEL VELLO D'ORO equivale ad acquisire il potere senza rimanerne schiacciate o cambiare la propria natura (Psiche riesce a prendere il vello d'oro, seguendo il consiglio di una canna del fiume, aspettando la notte quando il gregge di arieti dorme e raccogliendo il vello d'oro dai rovi in cui è rimasto impigliato) Portare a termine questo compito significa riuscire ad affermarsi in modalità assertiva e femminile, senza esprimere bisogni e rabbia in interminabili confronti aggressivi che non verrebbero comunque ascoltati e che ti etichetterebbero come una rompiballe, ma usando la flessibilità della canna, che si piega ma poi ritorna dritta com'era senza spezzarsi. Significa saper agire subdolamente, mantenendo il silenzio, per raggiungere l'obiettivo. Saper aggirare lo scontro, usando armi femminili, ma riuscire lo stesso a fare quello che si vuole. Vuol dire avere il potere e sapere come usarlo.
Il terzo compito RIEMPIRE L'AMPOLLA DI CRISTALLO CON L'ACQUA comprende il saper immergersi nel flusso d'acqua che è la vita ma saperla anche guardare da una prospettiva più distaccata per poter agire in maniera utile ad ottenere ciò che si desidera, riuscendo a nuotare nelle emozioni ma senza lasciarsi travolgere quando si ha bisogno di affrontare un cambiamento. (Qui Psiche viene aiutata dall'aquila che la solleva in volo per raggiungere la fonte. L'aquila vede il paesaggio da una prospettiva distante e poi piomba giù per afferrare ciò che le è necessario, rapidamente e andando dritta sull'obiettivo).
Il quarto compito IMPARARE A DIRE DI NO prevede il dover scendere negli Inferi con un piccolo scrigno per farselo riempire da Persefone con il balsamo dell'eterna giovinezza. Afrodite lo rende ancora più difficile perché dice a Psiche che dovrà chiudere il cuore alla compassione per tre volte. Per tre volte dovrà ignorare i lamenti dei bisognosi e procedere per la sua via. Questo compito equivale alla morte. La morte necessaria per poter rinascere mutata. Se non lo farà, rimarrà per sempre nel mondo degli Inferi, sottoterra. Questo viene considerato il compito più difficile, stabilire una meta e saper mantenere il comportamento adatto a raggiungerla, senza farsi fermare. Dire di no significa esercitare il diritto alla scelta, senza subire imposizioni o soccombere alla predisposizione naturale alla disponibilità verso gli altri sacrificando la possibilità di determinare la propria vita. Mette in guardia dal cedere alla "pietà", quale modalità di relazione con l’altro, per consentire di raggiungere la propria completezza.
Ecco io sono arrivata a dover affrontare il Terzo Compito. Fino ad ora non mi era neanche tanto chiaro, ora ne ho una comprensione che potrei definire "di pancia", SO cosa devo fare anche se NON LO SO. E' strano... è come quando in piscina, il cervello del corpo prende in mano la situazione, annulla il segnale della mente e Fa.
Sto avanzando freestyle in un mondo per me nuovo e senza conoscere le regole. Allora mi alzo in volo, guardo la situazione da un punto di vista diverso, uso la mia capacità di analisi, penso agli aggiustamenti da fare e mi rituffo. Ho deciso che le regole che seguono gli altri non è poi così vitale saperle. L'unica regola che mi sono data è Non Nuocere. Ed è da intendersi bilateralmente, non nuocere agli altri, ma non nuocere nemmeno a me stessa.
Non so come nuotano gli altri nel fiume delle emozioni, lo scoprirò progressivamente. So che io devo imparare a nuotare e voglio immergermi sott'acqua, andare giù fino in fondo, raccogliere sassi, conchiglie, tesori. Ma lo voglio fare da sommozzatore professionista, senza trovarmi in carenza d'ossigeno, valutando le mie forze.
Se l'immersione è nell'acqua delle sensazioni, emozioni, passioni, so che ogni tanto devo rialzarmi in volo, come l'aquila, per avere una visione più distaccata. Per non rischiare di incaponirmi su un sasso e lasciare la conchiglia. Perché in fondo io sono così. Passionale razionale. Sono le mie due nature e devo tenere conto di entrambe.
2 commenti:
E? una storia potente, questa. Mi torna e ritorna in mente ciclicamente e mi insegna, ogni giorno, a essere donna.
Concordo in pieno. E tu, Occhi di Notte, hai completato tutti i compiti?
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