Lunedì 23 aprile 2012 - Sono un poliziotto sotto copertura, mi sono infiltrato in una banda di trafficanti di droga e arte. Passo le mie giornate a fare da tirapiedi ad un capetto minore, in attesa che si incontri con il pesce grosso. Il giorno della visita, una piccola banda di ladruncoli scapestrati ha deciso di fare il colpo proprio qui. Nella villa del pesce piccolo. Mentre dall'entrata principale si snoda il corteo di guardie del corpo, scagnozzi, prostitute di corte che precede l'entrata del Grande Capo, dall'entrata posteriore, che porta in cucina, entrano i malviventi sfigati. Io, che stavo salendo dalla cantina, rimango bloccato tra i due fuochi. Il telefono in crush, senza pistola perché ho lasciato fondina e giubbotto di pelle, li in cucina, sulla spalliera della sedia. Inizia una sparatoria, mi colpiscono, ma non sono proiettili, sono aghi. Da sotto la porta di servizio infilano una busta enorme, hanno suonato il campanello e se ne sono andati...sulla busta c'è il mio nome in codice Mascia Torso, la apro e dentro trovo foto stampate su acetato 50x70, le rimetto dentro sono foto mie compromettenti. Dietro di me un'altra guardia del corpo ha visto in parte il contenuto, ma riesco ad imboscare il materiale, lo recupererò dopo. Improvvisamente sono nel parco della villa. La sparatoria è roba passata, rifletto sul mio incarico sotto copertura, non mi dispiace, se non per il fatto di non poter mai stare da solo completamente rilassato. Devo stare guardingo e armato perché in qualsiasi momento potrebbe avvicinarsi un Franco qualunque che mi fa saltare. Mi assicuro la pistola sotto l'ascella, stringo il giubbotto e mi sdraio sull'erba. Il prato in pendenza mi permette di vedere il bosco e il laghetto. Mi sveglio.
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