sabato 28 dicembre 2019

Vanille Insensée e Rose Anonyme - Atelier Cologne

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Ogni tanto vado in missione sniffatoria nelle profumerie e se trovo la commessa simpatica e competente mi piace chiacchierare ed annusare le novità che vuole propormi; è stato così che ho avuto modo di annusare i profumi di Atelier Cologne, che non conoscevo, e di essere omaggiata di alcuni campioni tra quelli che più mi avevano colpito. 

Di solito quando arrivo a casa metto i samples omaggio in attesa, per vedere se mi riattraggono di nuovo. A volte me ne dimentico, tanto che quando riprendo in mano il campioncino nel frattempo il profumo in vendita è stato riformulato, cambiato, flankerizzato, discontinuato, tolto dal mercato. 

Qualche tempo fa mi sono ritrovata a visitare con un amico, un centro commerciale ricavato da una ex fabbrica e lì ci siamo imbattuti in un negozio di candele e prodotti per il corpo che non conoscevo.

Entrambi appassionati di candele, partiamo ognuno per conto suo ad annusarle e quasi in contemporanea troviamo LA CANDELA dei sogni. Lui una aromatica legnosa e io, stranamente, una candela evocativa di viaggi in taxi a Parigi e petite pâtisserie.

La candela Paris Café di Bath & Body Works (ovviamente discontinuata) ha un aroma ricco di caffè appena tostato, brioche dolce di zucchero, crema di vaniglia e olii essenziali di fiori tra cui la rosa.

Ricordo il viaggio di ritorno passato a chiacchierare mentre la annusavo sollevando continuamente il coperchio e una volta a casa, nel giro di una notte, anche se chiusa aveva espanso il suo profumo in tutta la zona giorno. 

E' stato solo qualche mese dopo, che prendendo in mano i campioncini da annusare, mi sono imbattuta di nuovo in Atelier Cologne, e avendo provato su due porzioni di pelle attigue, Vanille Insensée e Rose Anonyme, magicamente mi hanno riportato a quel giorno e alla mia candela. 

Mentre da soli, separatamente, non mi avevano più convinto, insieme, accostati hanno dato luogo ad un profumo molto femminile e urbano, con quel non so che di chic che hanno le parigine.

L'immagine di una corsa in taxi, un vestito di seta scivolato stretto nell'abbraccio di un trench, la colazione in un piccolo bistrot, profumo di caffè e di croissant, una brezza che porta il profumo di migliaia di rose dal fiorista di fronte al bar, odore di carta di giornale nuovo, un foulard annodato intorno al collo che profuma di donna. 

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Vanille Insensée (Atelier Cologne) - 2011 - Legnoso (Ralf Schwieger)
Coriandolo, Lime, Cedro, Vetiver, Gelsomino, Muschio di Quercia, Vaniglia, Quercia, Ambra

Rose Anonyme (Atelier Cologne) - 2012 - Orientale Floreale (Ralf Schwieger, Jerome Epinette, Cecile Hua)
Bergamotto di Calabria, Zenzero, Rosa Turca, Opoponax Somalo, Legno di Agar Oud, Foglia di Patchouli Indonesiano, Papiro, Benzoino


giovedì 26 dicembre 2019

Smyrna - Le Couvent des Minimes

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Smyrna è un profumo strano, bilaterale, dove alla freddezza del vetiver e soprattutto della rosa, si contrappone il calore bollente del pepe nero e delle note legnose e speziate. E così produce una sensazione di volo, con i piedi ben ancorati a terra. 
La freddezza della rosa è paragonabile a quando si tocca il marmo, freddo si ma vivo, liscissimo dove lo scultore ha lavorato per dargli una forma plastica, ruvido dove ha lasciato i segni dello scalpello. E' per questo che la rosa in Smyrna, nonostante sia fredda, da l'illusione di morbidezza e trasparenza, come certi veli cesellati nella pietra. 
Il pepe nero perde un poco la nota bollente ma rimane caldo, tangibilmente caldo attraverso le narici. 
Dopo qualche minuto, tutte queste note in combattimento, si fondono in un insieme ne maschio ne femmina, saponoso pulito, tagliente. Mi affiorano alla mente sensazioni ricordo di vetrate a piombo nelle chiese, da cui filtra la luce colorata a seconda del settore. L'odore che rimane in quelle chiese vuote dove aleggia ancora un filo di incenso. E poi è come camminare a piedi nudi su un tappeto di petali di rosa e spezie, in un continuo alternarsi tra occidente e oriente, tra chiese cattoliche e impero ottomano, tra modernità e passato. 

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Smyrna (Le Couvent des Minimes) - 2018 - Chypre Floreale (Jean-Claude Ellena, Amelie Bourgeois, Thomas Fontaine e Eric Fracapane)
Agrumi, Rosa Turca, Pepe Nero, Cardamomo, Vetiver, Note Legnose

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lunedì 23 dicembre 2019

Tonka - Reminiscence






Reminiscence è nata negli anni '70 come una piccola realtà che si è sempre contraddistinta per i suoi prodotti, tra i quali i profumi, pieni di personalità e dal carattere ben delineato e coerente alla filosofia abbracciata all'epoca dalla coppia fondatrice, l'amore per ciò che è esotico e che parla di luoghi lontani.
Ogni profumo di Reminiscence racconta una storia e Tonka racconta di un viaggio in un paese caldo, dove il tempo è rimasto sospeso, e sembra di veder spuntare un Cary Grant in completo di lino, che tira fuori dal taschino della sua sahariana il portasigarette, che profumano di tabacco biondo.
E Tonka parte proprio così, con un profumo di tabacco morbido al miele, di quelli aromatizzati per la pipa, umidi e densi. E' il profumo della fava tonka, dolce, nocciolosa, speziata ed erbacea allo stesso tempo. C'è una mandorla amara, e profumo di frutta secca e datteri. Una nota pungente come un bosco di conifere aromatico e balsamico, denso, resinoso, caldo. Al quale si unisce una vaniglia secca e terrosa, per niente dolce. Non è un profumo gourmand, ma riempie le narici e la gola, diventando assuefacente. Mi ricorda Chergui di Serge Lutens, che adoro, a cui le note cumariniche lo accomunano. Il miele infine diventa un miele leggermente fumoso e lievissimamente muschiato.
E' un profumo avvolgente, morbido, maschio femmina, misterioso e d'altri tempi. Il profumo che vorrei annusare sulla pelle di un uomo, avvicinandomi per baciarlo e affondando il mio naso sul suo collo.

Tonka (Reminiscence) - 2013 - Orientale (Fabrice Pellegrin)
Bergamotto, Anice, Chiodi di Garofano, Gelsomino, Miele, Labdano, Mandorla Amara, Fava Tonka, Vaniglia, Muschio



mercoledì 11 dicembre 2019

Tubereuse Noir - Jo Malone per Zara





"THE SINGLE NOTE
OF TUBEREUSE
IS MORE COMMANDING
THAN DIAMONDS"


Tubereuse Noir è un eau de parfum che fa parte di un progetto tra Zara e la creatrice di profumi Jo Malone, che rientrata nel mondo dell'arte profumiera dopo un periodo di astensione e dopo aver ceduto il marchio che porta il suo nome, ha deciso di tornare con una linea tutta sua che ripercorre i profumi della sua memoria e di cui la linea dedicata per Zara è una estensione.
C'era molta attesa per l'uscita di questi profumi "di nicchia" ma con una politica di accessibilità per il prezzo molto democratico con i quali vengono proposti.
In un giorno di sperimentazione olfattiva e bighellonaggio sono entrata da Zara e mi sono piazzata davanti all'angolo dei profumi femminili, con l'intenzione di intraprendere un viaggio olfattivo alla scoperta di questa nuova versione di Jo Malone. In passato ho annusato una parte dei profumi della linea che l'ha resa famosa, e non più sua, e non mi aveva particolarmente colpito, troppo rarefatti per i miei gusti (e per il costo).
Intanto un piccolo appunto a chi decide l'assegnazione dei prodotti ai vari reparti in Zara, è un vero peccato che questi profumi siano stati messi solo nell'area dedicata all'abbigliamento femminile, poiché tutta la serie, che si compone di otto fragranze, abbinate secondo le intenzioni a otto abbigliamenti iconici di Zara, è perfetta anche sulla pelle maschile.
Abbiamo Vetiver Pamplemousse, con la sua aria di pulizia e croccantezza, Amalfi Sunray, un concentrato di agrumi frizzanti e davvero solari, Fleur d'Oranger, dove il fiore d'arancio è sostenuto da una nota di petit grain che lo rende anch'esso molto unisex, Ebony Wood, molto legnoso, quasi affumicato e Fleur de Patchouli, un cuoiato patchuli secco, che sono molto più sulla deriva maschile che femminile, Bohemian Bluebells, lavanda e miele che su una pelle maschile potrebbe essere molto più interessante che su una pelle femminile, Waterlily Tea Dress, verde e con sentori di erba appena tagliata e infine Tubereuse Noir che forse è quello più classicamente definibile femminile ma la sperimentazione, come penso da sempre, è auspicabile. Il rischio è di rimanere illuminati.

Tubereuse Noir si apre con una esplosione di petali di fiori saponosi, carnosi, con un tocco amaro, poi leggermente canforato, profumo di donna, femminile, suadente, sicuro.
La tuberosa qui è nella sua accezione fiorita, non ci sono sperimentalismi, ma un grande fiore bianco che offre il suo profumo intenso e sexy in maniera invece soffusa, come emanasse da tutta la pelle e non da un punto preciso. Come una luce che si espande morbida e chiara.
Dopo questa fase di trasparenza diffusa soggiunge il sandalo nella sua modalità secca saponosa.
E' un profumo pulito, radioso, dalla sensualità sussurrata, molto femminile e sicuro di sé.
Mi ricorda una immagine di donna, avvolta in una camicia bianca con collo a corolla disegnata da Gianfranco Ferré. Eleganza e raffinatezza.



Tubereuse Noir (Zara) - 2019 - Floreale (Jo Malone)
Tuberosa, Ylang Ylang, Sandalo



mercoledì 4 dicembre 2019

Copal Azur - Aedes de Venustas



Tutto è nato un pomeriggio in cui ho deciso di andare in una delle mie profumerie preferite, dove trovo la proprietaria, una signora dal carisma particolare e con una competenza magistrale e un approccio freschissimo.
Mi lascia libera di annusare e suggerisce, ricorda, si emoziona insieme a me.
Insomma quel pomeriggio avevo in programma di annusare le fragranze per case di produzione, con un primissimo approccio "mi piace/non mi piace" annusando l'erogatore, e poi testando su mouillette quelli che avevano passato il primo vaglio. Tra le varie case di produzione, volevo risentire Aedes de Venustas, di cui la signora Anita mi aveva fatto annusare Oeillet Bengale una volta precedente, quando ero in cerca di un profumo di garofano.
Aedes de Venustas (letteralmente Tempio della Bellezza) è una maison nata nel 1995 a New York, voluta da i due soci fondatori Karl Bradl e Robert Gerstner che appassionati di tutto ciò che è bello, nel 2012 hanno poi prodotto il primo profumo portante il loro nome. La linea olfattiva denominatore comune di tutti i loro profumi che seguiranno sarà sempre l'incenso. Declinato in diverse modalità, ma sempre sovradosato e presentissimo.
Annuso di nuovo Oeillet Bengale, e poi Aedes de Venustas, Iris Nazarena, Cierge de Lune, Grenadille d'Afrique, Musc Encense che mi ammalia, Palissandre d'Or, Pélargonium... e poi la signora mi mette li Copal Azur, dicendomi "questo è il mio preferito, è unico, mi da un senso di pace e di libertà" lo spruzzo meditabonda, perché sulla descrizione del libretto parlava di marino, ozonato, e io non sono molto attratta dai profumi di questa famiglia olfattiva, ma mi fido della signora Anita. Lo porto alle narici sulla mouillette e subito mi sento trasportata di peso, su una scogliera a picco sul mare, dall'altro lato vegetazione bassa ma lussureggiante e dei bracieri dai quali emana un fumo aromatico. Forse era la signora che mi stava spiegando la storia di questo profumo, fortemente voluto da uno dei due soci, dopo che, una mattina presto mentre correva su un sentiero costeggiante il mare dove era in vacanza nello Yucatan, si fosse imbattuto in una cerimonia e avesse sentito il profumo meraviglioso della copale sprigionarsi dai fumi dei bracieri. Quella immagine sensazione così vivida e scolpita, è resa davvero fortemente da questo profumo magico. Che rende l'incenso luminoso e aereo, e il profumo del mare e della salsedine completamente scollegati da tutto quanto è stato fatto finora in termini di profumi ozonati. Copal Azur è un profumo intenso senza essere invasivo, la sua intensità è più spirituale che olfattiva, non importa più riuscire ad individuare e scindere le note olfattive, respiri a pieni polmoni questa meraviglia e ti sollevi a parecchi metri da terra. Qui l'incenso agisce proprio come mezzo di trasporto verso un'altra dimensione, e l'anima vola. 


 

Copal Azur (Aedes de Venustas) - 2014 - Orientale (Bertrand Duchaufour)
Incenso, Sale, Note Ozoniche, Incenso, Patchouli, Cardamomo, Incenso, Ambra, Fava Tonka, Mirra




sabato 30 novembre 2019

Gucci Bloom Ambrosia di Fiori - Gucci

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Dopo il successo di Flora, Gucci propone un altro tripudio floreale, sceglie Alberto Morillas ed esce nel 2017 con Bloom, che divide in due il pubblico, chi lo osanna e chi invece non lo apprezza. Come è usanza dei tempi che corrono non fa in tempo ad uscire una fragranza che subito si immette sul mercato a distanza ravvicinata nel tempo, tutta una serie di variazioni sul tema, i cosidetti flanker, che sfruttano l'onda del successo del capostipite. O almeno così era, ora l'uscita dei flanker è già programmata in anticipo, sia che il primo profumo sia stato davvero amato o meno. Saturando il mercato di pseudonovità, in realtà non offrendo nulla di nuovo e anzi adeguandosi sempre di più gli uni agli altri anche tra marche diverse. Gucci in questo caso cerca di riproporre anche concettualmente il successo di Flora tramite uno spot similare, ragazze vestite con abiti svolazzanti di stampe floreali, che si abbandonano ai fiori. Ecco, abbandonano è proprio la chiave di lettura, mentre nel concetto di Flora c'era il potenziamento del femminino e la presa di coscienza delle proprie capacità attive, qui invece il messaggio è di passività. Lo spot ha una piccola ripresa verso la fine, complice la variazione del sottofondo musicale e lo spostamento delle ninfe in una pozza d'acqua, e ricorda, per un guizzo di un secondo, l'altro. Qui l'atmosfera vuole richiamare quella di alcuni quadri preraffaelliti ma manca di sostanza. 
Il profumo è un trittico di grandi fiori bianchi posato su un tappeto di petali di fiori. Sia Bloom che Bloom Ambrosia di Fiori (detesto questi nomi così didascalici e privi di inventiva) hanno una potenza quasi stordente, rispetto alla norma odierna non certo a quella di altre decadi, e proiettano un'aurea floreale e molto femminile tutt'intorno. Fanno sentire bene e felici, e questo è già una gran cosa.
Di fatto però detesto quando utilizzano lo stesso nome per tutta una serie di profumi che sono molto probabilmente le varie prove fatte prima di decidere quale fare uscire per primo, non scegliendo quindi il più convincente e rischiando e proponendo, ma sull'onda del business spalmando i guadagni su tutti i flanker successivi. 

Gucci Bloom Ambrosia di Fiori (Gucci) - 2019 - Orientale Floreale (Alberto Morillas)
Gelsomino, Caprifoglio, Tuberosa, Iris, Rosa di Damasco


Per vedere lo spot cliccate qui

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mercoledì 27 novembre 2019

Flora - Gucci

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Di Flora mi ha colpito in primo luogo la pubblicità, era bellissima e liberatoria, una ragazza dalle fattezze molto simili alla Primavera di Botticelli in un campo fiorito. Lo spot pubblicitario fu un incontro di menti in un momento di grazia, il regista Chris Cunningham aggiunse degli effetti sonori alla canzone di Donna Summer I Feel Love e visivi al girato che diventa un piccolo film di trasformazione di una ragazza in donna e dei poteri di modificare la propria realtà agendo su di essa.
In un campo di fiori bianchi, con alle spalle la luce del tramonto, la modella australiana Abbey Lee indossa un abito etereo e floreale di Gucci, che riprende la stampa Flora creata nel 1966 per un foulard per la Principessa Grace di Monaco. L'abito è talmente impalpabile che viene sollevato dal vento a creare come due ali di farfalla, la ragazza si trasforma in donna e con gesti decisi scuote e muove la distesa di fiori ai suoi piedi, come traboccante di amore e potere trasformativo la musica assume una connotazione magica mentre le immagini sfuocano richiamando la specularità di una immagine di Rorscharch e trasformando la donna in una dea farfalla.

Di fatto il profumo Flora, uscito come eau de toilette come prima formulazione, mantiene l'intento espresso nella pubblicità, ha la forza e il potere dei profumi di una volta, intensi e pieni. E' un bouquet di fiori magnifici dove non prevale una nota piuttosto che un'altra. Un sottofondo leggermente amarognolo lo tiene ancorato e potente, non stanca mai, non è lezioso. E' un profumo che dona una sensazione di potenza e pienezza, di femminilità attiva, la consapevolezza di avere dentro di se una forza creatrice e modificatrice, come una dea della terra e dei fiori. 

Flora (Gucci) - 2009 - Floreale (Firmenich)
Agrumi, Peonia, Mandarino, Osmanto, Rosa, Sandalo, Patchouli, Pepe Rosa

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Per vedere lo spot cliccate qui 
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mercoledì 20 novembre 2019

Sensuale - Intimissimi

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Sensuale fa parte di una triade di profumi, insieme a Romantica e Innocente, che Intimissimi fece uscire nel 2013 come profumo per lingerie e per la persona. Le provai tutte e tre e questa è quella che più mi  colpì per la sua non banalità. E' un profumo che presto diventa un profumo di pelle, sensuale appunto, delicato e che si sente solo avvicinando il naso, ma così deve essere, secondo me.
Appena spruzzato si sente moltissimo una nota aromatica balsamica mediterranea, il mirto presumo, che presto si unisce ad una nota pungente e calda di pepe nero e successivamente ad una nota pungente aromatica di pepe bianco. In pochi minuti compaiono i fiori, delicati, e quello che io chiamo profumo di pelle di donna, quel misto di tepore e morbidezza, di leggerissima salinità, di petali di fiori, profumi e creme che la pelle di una donna trasferisce sui pizzi dei reggiseni. Questo sentore, ovviamente amplificato, è quella nota che dona sensualità ai profumi, una sensualità sommessa e tenera che mischiata alle altre note olfattive fa di questa categoria di eau de toilette, profumi di donna. Sensuale si presta molto bene alla layerizzazione, ancorando meglio il compagno e donando una base molto femminile sottostante. Spruzzato sulla biancheria, si ottiene quel sentore di biancheria pulita indossata da qualche ora su una pelle curata e profumata, rendendo sexy anche la lingerie più semplice e senza fronzoli. Il naso non percepisce il profumo applicato ma un mix molto sensuale di calore corporeo, pelle, lingerie, profumo e pulizia curata. 

Sensuale (Intimissimi) - 2013 - Orientale Floreale (-)
Loto, Mirto, Orchidea, Ambra, Vaniglia

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giovedì 14 novembre 2019

Matin Calin - Comptoir Sud Pacifique




Matin Calin, a discapito del nome è un profumo che io metto la sera, prima di andare a dormire.
E proprio come dice il nome, al mattino, è ancora lì, che ti abbraccia.
Dopo la doccia, con i capelli puliti, entro nel letto con un paio di spruzzi di Matin Calin e subito mi rilassa e mi predispone ad un sonno che arriva più velocemente del solito.
Appena spruzzato, ha una nota sulla mia pelle, leggermente acidula, come se invece di latte fosse uno yougurt appena tirato fuori dal frigo e zuccherato con zucchero bianco. Dopo circa 10 minuti, la nota acidula sparisce, il profumo si scalda e sovviene un ineffabile aroma di latte scaldato nel pentolino, appena prima che inizi a bollire, quando lo spegni e si forma la pellicina buonissima sulla superficie. Probabilmente il cervello recepisce quest'odore e lo elabora a modo suo, trasformando l'odore in un triptofano olfattivo che scatena la produzione di serotonina che a sua volta si trasforma in melatonina e fa scivolare in un sonno ristoratore e sereno.
Al di là dell'ipotesi parascientifica, Matin Calin ti accompagna per tutta la notte, e con la sua persistenza delicata ma tenace, quando ti svegli è ancora li, e la sensazione è proprio quella di essere in un caldo abbraccio che sa di pelle buona, latte caldo leggermente zuccherato e vaniglia, più un ricordo che un odore, è quasi impercettibile, un accenno di tostatura che richiama un caramello misto a latte appena appena bruciacchiato e una nota cremosa, assuefacente, che esalta la pelle e i capelli caldi di sonno, che si fonde con te e inebria chi ti sta vicino.
Matin Calen si lega alle molecole del profumo che hai indossato di giorno, scaldandole un poco e riportando in vita le ultime note, ma lo fa rimanendo se stesso e perfettamente percepibile come a sé stante, con la sua personalità all'apparenza delicata e non invasiva ma che si insinua tra le lenzuola e si fa ritrovare ad aspettarti nel suo abbraccio la sera dopo. Come l'amore vero.


Matin Calin (Lait Sucré) (Comptoir Sud Pacifique) - 1999 - Orientale Vanigliato (-)
Caramello, Latte, Zucchero, Vaniglia, Sandalo


mercoledì 6 novembre 2019

Santa Cruz - Le Couvent des Minimes

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Santa Cruz è un profumo evocativo di quella vegetazione tipica della macchia mediterranea, dove esaltati dal calore del sole riflesso sulle pietra bianche, dal terreno salgono profumi di erbe selvatiche che sembrano secche ma appena le sfiori emanano tutta la loro potenza aromatica. Quando sento questa tipologia di profumi la mia mente ritorna immediatamente a ricordi di infanzia sulle isole: Corsica, Sardegna, Jugoslavia, Grecia... tutte accumunate dal sentore di piante che crescono solo in questi luoghi, salvia argentata, elicriso, finocchietto selvatico, erbe di campo vicino ai muriccioli di pietre, fichi centenari nei cortili di case di sassi diroccate, more di rovi coperti dalla polvere della strada sterrata, silenzio rotto dal frinire dei grilli e dalle cicale man mano che ci si avvicina alla pineta. 
Santa Cruz è parente di Philosykos, anche se non ne condivide il fico (perlomeno non dichiarato in piramide). E' caldo e fresco insieme, ti trasporta, e ti deposita a pochi metri dal mare, un mare di scogli, scomodo e un po' selvatico, un mare per bambini che giocano a nascondino nel campi, che esplorano le pietre antiche. 

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Santa Cruz (Le Couvent des Minimes) - 2018 - Agrumato Aromatico (Jean-Claude Ellena, Amelie Bourgeois, Thomas Fontaine e Eric Fracapane)
Bergamotto, Agrumi, Cedro, Eucalipto, Vetiver

mercoledì 30 ottobre 2019

Les Demoiselles de la Rue de Provence - Jovoy Paris






Tutto è cominciato quando, in esplorazione olfattiva presso La Farmacia Corti, la graziosa commessa mi ha fatto annusare le campane di vetro delle candele di Jovoy. Improvvisamente, in una campana, ritrovo un profumo del passato, una tuberosa del mio passato, che ancora oggi non riesco a riassegnare al profumo di origine. Un ricordo che riemerge dai miei vent'anni, credo, una scia che è arrivata fino a me attraversando l'oceano del tempo, senza portare con sé immagine o nome.

Chiedo se esiste il profumo per la persona della fragranza della candela, speranza illusoria.
Torno a casa, il ricordo del profumo ancora nelle narici, cerco un confronto tra i miei profumi alla tuberosa ma non c'è nulla di uguale e neanche simile.

Passano i giorni.
Sono giorni di voglia di resine e balsami, ogni tanto capita così, improvvisamente, questo viraggio, questo cambio repentino di rotta, verso nuove isole olfattive.
Sollevo il coperchio della bougie apothicaire di Mad et Len per annusare il profumo di Petits Papiers, (di cui parlo qui) che fa sempre nascere in me una sensazione di riempimento sensoriale che si espande e penetra nella carne e nel cervello.
Voglio essere quel profumo, e inizio a grattare delicatamente la cera naturale, con il polpastrello.
Per non lasciare segni.
Prelevo una porzione infinitesimale e la massaggio sul polso.
Il profumo di Petits Papiers mi accompagna nelle ore successive.
Tangibile come un guscio d'uovo, scaturisce da quell'unico punto dove l'ho messo stamattina.
Controllo gli ingredienti della candela di Mad et Len che mi rassicurano. Cera a base di soia, essenze naturali, tutto naturale nessun componente sospetto.
E così si fa spazio nella mia mente un' idea folle: se non riesco a risalire al profumo di tuberosa mnemonica posso sempre usare la cera della candela.
Il corpo è già sulla porta di casa, chiavi della macchina in mano, quasi lasciando la mente ancora seduta sul letto a pensare.
"Dai vieni".


Mezz'ora dopo sono nella farmacia, ad aspirare voluttuosamente dalla campana di vetro questa tuberosa mesmerizzante. Preleviamo un po' di cera e la massaggiamo sui polsi, la proprietaria e io.
Le candele di Jovoy, sono fatte utilizzando ingredienti naturali, non troppo lontano quindi da un profumo solido.
Si sprigiona, scaldata dalla pelle, una tuberosa vellutata, carnea, con un lato spigoloso come di vetro canforato mentolato, non riesco a smettere di annusarlo, è La Tuberosa Come Piace A Me.
Mi porto a casa la preziosa candela, che ora è custodita al riparo dalla polvere e pronta a donarmi il suo profumo quando desidero odorare di buono, di donna, di femminilità e audacia.




Le Demoiselles de la Rue de Provence (Jovoy Paris) - 2011 - Floreale (-)
Tuberosa, Ylang-ylang, Muschio




La Farmacia Corti si trova a Giussano in Via Gabrio Piola, 11

martedì 22 ottobre 2019

Signorina - Salvatore Ferragamo


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Signorina è il classico profumo elegante, fresco, primaverile, che puoi indossare al mattino senza paura di sovrastare tutti con la tua fragranza. E' moderno, o meglio attuale, poiché con la sua deriva fiorito patchouli gourmand, interpreta perfettamente il gusto mainstream, senza però essere troppo dolce. Il pepe rosa, dona una frizzantezza e leggerezza che ne fanno un pret à porter adatto alle ragazze come alle donne più mature. Me lo vedo abbinato ad un abitino leggero, dal taglio un po' anni '50, con una brezza di vento a far ondeggiare la gonna.

Signorina (Salvatore Ferragamo) - 2011 - Floreale Fruttato (Sophie Labbé, Juliette Karagueuzoglou)
Pepe Rosa, Ribes Rosso, Gelsomino, Rosa, Peonia, Muschio, Patchouli, Panna Cotta

lunedì 21 ottobre 2019

Cloud - Ariana Grande



Qualche tempo fa c'è stata una impennata di recensioni, note, testimonianze che vertevano tutte su un profumo, Baccarat Rouge 540, della Maison Francis Kurkdjian, che riprende un eau de parfum creata nel 2014 da questo naso per il 250° anniversario di fondazione della cristalleria Baccarat, chiamato solo Rouge 540 e prodotto in soli 250 pezzi esclusivi con boccetta di cristallo Baccarat lavorato a mano.
540 è la temperatura in gradi fahrenheit di fusione del cristallo con polvere d'oro che da luogo alla creazione di un particolare tipo di cristallo con una sfumatura scarlatta, vanto della casa dal 1847.
La cura che viene profusa per la creazione di questo cristallo, è molto simile al modo di lavorare di Kurkdjian, meticoloso e pulito. Questo naso, a differenza di altri, può vantare un carnet di collaborazioni in cui ha lasciato la sua firma inconfondibile anche se in fragranze diverse. Il suo amore per le materie prime, per alcune tipologie di muschi raffinati e rarefatti, di cui il For Her di Narciso Rodriguez è un esempio, lo ha portato a volere la sua Maison di profumi e, in seguito, a riprendere la creazione per Baccarat, rendendola accessibile ad un pubblico più vasto.
I suoi profumi sono sempre elusivi, raffinati, di una femminilità avvolgente ma non squillante. Pervadono l'aria in un modo sottile e non invasivo, creando un magnetismo che porta ad avvicinarsi per annusare meglio la pelle da cui emana la meraviglia.

Per Baccarat Rouge 540 si è addirittura pensato di creare una nuova famiglia olfattiva, questo per far capire l'unicità di composizione e il risultato ottenuto da Kurkdjian.
Dopo l'uscita di Rouge 540 nel 2014, la cui piramide olfattiva recita: arancia rossa, agrumi, hedione, lavanda, salvia, zafferano, ambra grigia, muschio di quercia, note legnose e quercia, nel 2015 Kurkdjian ha fatto seguire l'uscita sul mercato sotto il nome della sua Maison il Baccarat Rouge 540 che maggiormente ha colpito il pubblico più vasto (anche se pur sempre di nicchia) e la cui piramide recita_ gelsomino, zafferano, amberwood, ambra grigia, resina di abete e cedro e nel 2017 l'extrait de parfum con piramide: mandorla amara, zafferano, gelsomino egiziano, cedro, muschio, note legnose,  ambra grigia. Per tutte le sue creazioni la percezione è stata piuttosto unanime, sillage mostruoso, circa due metri o più ma non forte o invasivo, piuttosto quella sensazione soffusa che ti fa chiedere da dove arrivi questo profumo meraviglioso, dimenticando quasi che lo indossi tu. Durata superiore alla norma con picchi di 24/36 ore.

Ovviamente, non sono mancate le ricerche per un clone con un prezzo più accessibile, e sembrerebbe che, a detta di molti che hanno potuto confrontare, la cerchia si sia ristretta su pochi nomi.
Che magari hanno ottenuto questo risultato, senza voler imitare ma per puro caso.
E' proprio incuriosita dalle recensioni, e dal non riuscire ad immaginare cosa rendesse così differente dal tutto già sentito, Baccarat Rouge 540 che mi sono imbattuta in un ricordo fotografico. Avevo già visto uno dei gemelli papabili in uno dei miei giri olfattivi in profumeria.
Così sono andata a testare.
E sono rimasta folgorata. Il primo profumo in questione è un insospettabile. Fa parte di quel range di  profumi che non prendo in considerazione mai. I profumi delle starlette pop, che sfornano improbabili profumini dolciastri nel tentativo di perpetrare un immaginario molto american style nelle fan adolescenti.
Cloud di Ariana Grande. Eppure, nonostante il packaging a dir poco imbarazzante, Cloud è una meraviglia. E mi ha fatto capire il perché del bisogno di una nuova famiglia olfattiva Baccarat Rouge 540.
Nonostante la piramide di Cloud sia l'inno alla dolcezza stucchevole, in realtà il risultato è straordinario. E avviene quello che in inglese si definisce come mimicking  ossia un mimare, un ottenere con elementi differenti un risultato uguale. L'arte del creare profumi è complessa.

Sta di fatto che Cloud corrisponde molto da vicino alle descrizioni, e confrontato direttamente con l'avversario blasonato, ha retto il confronto in termini di benessere e effetto percettivo.
Come descrivere una cosa che non ha un paragone familiare unanimamente conosciuto?
Cloud parte con una nota aromatica a me molto familiare e cara, quella dei semi di kummel, chiamato anche cumino dei prati o cumino tedesco in latino Carum Carvi, che niente ha a che fare con il cumino universalmente conosciuto e ingrediente cardine della cucina indiana, in latino Cuminun Cyminum  il cui odore e sapore invece mi è quasi insopportabile.
I semi di kummel hanno una aroma, fragrante, fresco, aromatico, leggero e arioso, che ricorda vagamente l'anice ma senza la sua pungenza. Spesso si può apprezzare sotto i denti sgranocchiando del pane del Sud Tirolo, dove è largamente usato. E' quel profumo sapore che ti fa dire Mitteleuropeo. Questa nota è la prima a comparire e anche la prima ad andarsene, non prima di mischiarsi alla nota di pera, come un dessert sano e dal sapore nord europeo, pere cotte con zucchero e semi di kummel e forse un pochino di noce moscata. Questa sensazione olfattiva gustativa viene soppiantata nel giro di qualche minuto da un profumo di legno di cocco, baccello di vaniglia, e odore di panna. Per ora Cloud è ancora piuttosto dolce ma non un dolce gourmand. Dopo poco arrivano delle note muschiate eteree e molto sofisticate, femminili, rarefatte, si mischiano per qualche minuto al profumo di un cioccolatino ripieno e poi arrivano dei legni aromatici a stabilizzare il tutto. Nulla di aggressivo o troppo forte, è come un'aurea. Come una nuvola appunto.
E' un profumo che fa fermare le persone e le spinge a valicare il limite della timidezza o del riserbo e a chiederti cosa indossi, che profumo buonissimo mai sentito è...
E io, annusando la nuvola vaporosa e impalpabile che mi circonda rimango misteriosa. Perché lo voglio solo per me.

Cloud (Ariana Grande) - 2018 - Floreale Fruttato Gourmand Baccarat (Clement Gavarry)
Bergamotto, Pera, Lavanda, Cocco, Panna Montata, Pralina, Orchidea Vaniglia, Note Legnose,  Muschio


sabato 12 ottobre 2019

Garofano - Lorenzo Villoresi



C'erano una volta i profumi che avevano personalità, persistenza, mistero e fascino. C'erano una volta i profumi che avevano il coraggio di essere imponenti.
E che dovevi avere tu carattere per portarli e non essere portati in giro da loro.
Profumi legati a personalità spiccate, anticonformiste, forti.
Poi, improvvisamente, i profumi hanno smesso di voler essere unici e hanno invece perseguito l'uniformità. Profumi che si copiano l'un l'altro, nella comfort-zone.
E quindi chi voleva esprimere qualcosa di diverso attraverso il profumo, ha dovuto rivolgersi a quella che veniva chiamata la profumeria di nicchia, che ora, a veder bene, per la maggior parte delle fragranze, di nicchia più non è perché è facilmente accessibile anche attraverso la vendita in rete.
Cosa significa tutto questo? Dov'è la magia di andare in una profumeria magari lontana chilometri, per poter annusare e trovare Lui, l'unico, il prediletto (di quel momento ovviamente perché chi ama i profumi ne ama tanti, ognuno nel suo modo peculiare). Dov'è quella atmosfera di complicità che si instaura con la tua profumiera che diventa confidente e compagna del viaggio olfattivo che ti accingi a fare appena varcata la soglia della profumeria?
Un viaggio alla ricerca di una particolare nota olfattiva, oppure un viaggio a ritroso nel tempo, dove annusare e ricordare insieme le fragranze del precedente secolo che riaprono file mnemonici olfattivi sepolti.
Così ho trovato Anita, una deliziosa signora, proprietaria di una piccola profumeria a Lecco, piena di fragranze e di ricordi, affascinante e preziosa accompagnatrice di viaggi olfattivi.
Conoscitrice profonda del mondo del profumo, evocatrice di atmosfere.
Con lei ho annusato e ricordato.
Il mio amore per il profumo dei garofani e dei chiodi di garofano è sempre stato poco esaudito nel mondo dei profumi. Il garofano non è una nota molto utilizzata, piacciono di più altri fiori.
E' con la signora Anita che ho potuto finalmente avvicinarmi a Garofano di Lorenzo Villoresi.
Garofano ha un lato graffiante e uno morbido, come un felino che non si lascia accarezzare se non ti graffia anche un po', lasciandoti il segno.
Un grosso felino, non un micetto.
E' un profumo di una prepotenza magnifica, tutto li, tutto insieme, tutto subito, spezie, calore, fiori, legni, muschi. Una opulenza olfattiva che non lascia la presa per sei, sette ore. Le prime delle quali con una scia irraggiante e le successive con una scia che ritrovi voltandoti di scatto. Prima sembrava non ci fosse più e poi eccola, la zampata con gli artigli tutti fuori.
Fino a che, dopo ore e ore, una ciocca di capelli ti sfugge sulla guancia e Garofano ti da un buffetto sulla gota con la sua zampa ora morbida, come fa il gatto per ricordarti che è ancora li con te e che ti vuole bene.
I chiodi di garofano si sono trasformati in profumo di violaciocche.
La zampa morbida sa di talco setoso, di violette e di rose, di cipria, di confetti alla mandorla, di petali di garofano stropicciati, di tepore, di interno di pochette di velluto, di pelle di donna bellissima addormentata.
L'abito da sera abbandonato scomposto sul letto.




Garofano (Lorenzo Villoresi) - 1995 (Vintage Collection 2014) - Floreale Legnoso Muschiato (Lorenzo Villoresi)
Note Floreali, Note Verdi, Lavanda, Chiodo di Garofano, Garofano, Gelsomino, Rosa Bulgara, Cannella, Ciclamino, Ylang-ylang, Geranio, Pepe Nero, Eliotropio, Vaniglia, Muschio, Legno di Cedro

La profumeria Esedra si trova in Via Carlo Cattaneo, 42 a Lecco.

mercoledì 9 ottobre 2019

Splendida Tubereuse Mystique - Bvlgari







Tra tutti i fiori, nei profumi, la tuberosa è la mia preferita. In questo profumo però la tuberosa ha una connotazione non facilmente riconducibile al fiore, è come se fosse sotto copertura.
Il profumo parte con una nota dolce di frutta.
Il ribes nero che come una marmellata di mirtillo cola quasi liquida, lasciando la sua impronta bluviola sul cucchiaino. Si insinua una nota saponosa, cremosa, che sale per le narici pungendole e
arriva un sottofondo amarognolo, come acqua di cactus, che diventa pungente, quasi balsamico, fresco.
Dopo poco compare una nota di fiore bianco, grande, femminile, caldo fresco. E' una tuberosa pungente, che si fa strada risalendo le narici pizzicandole.
Accompagnate dalle note iniziali, che rimangono sotto, per sostenere il fiore vibrante.
Infine si sviluppa la mirra, tagliente, fredda, acuta. E' un femminile aguzzo, dove ogni componente, ha un suo lato tagliente.
E' solo dopo circa 40 minuti, che improvvisamente, sulla mia pelle, si crea un connubio perfetto tra cremoso e liquoroso, come un cognac morbidissimo, rotondo, setoso, leggermente legnoso, in cui galleggiano impregnandosi i petali di tuberosa, bianchi e carnosi, resi dorati da un cognac burroso con sentori di melassa e di caramello, di legno aromatizzato, di calore di un fuoco in un camino.
E' per questa nota finale, burrosa liquorosa, che mi piace. Non sapendo se è la mia pelle a reagire così o se è una evoluzione voluta. Annuso e mi inebrio.

Splendida Tubereuse Mystique (Bvlgari) - 2019 - Orientale Floreale (Sophie Labbé)
Ribes Nero, Davana, Tuberosa, Assoluta di Vaniglia, Mirra


mercoledì 25 settembre 2019

Narciso Poudrée - Narciso Rodriguez



Cremoso, questa è la prima sensazione tattile olfattiva che mi assale ispirandolo appena messo.
Forse una sensazione dovuta al fatto di averlo deposto sulla pelle con il roll e non spruzzato.
Fiori tremuli, carnosi, in vibrazione, che sprofondano nella densità di una delicata crema per il corpo.
Come i profumi appartenenti ad un'altra epoca e dimensione, Narciso non si preoccupa di separare le singole note olfattive, ma persegue l'idea del bouquet dove i fiori si mischiano creando un profumo non riconducibile a nessun fiore in particolare. Femminile, raffinato, senza tempo.
Dopo qualche minuto la cremosità si asciuga leggermente, come quelle creme che si tramutano in polvere impalpabile sulla pelle, donando al tatto la sensazione di accarezzare la seta.
E' al contempo profumo di cipria e di fiori, di quasi impercettibile interno di borsa in seta con minuscole rifiniture scamosciate. Così lillipuziane da essere solo un ricordo di un vago sentore di camoscio.
Una pochette in cui tanto tempo fa hanno sostato brevemente dei confetti trattenuti nel tulle da un nastro di raso, una scatolina di caramelline alla menta, un fazzolettino profumato, un portacipria gioiello con il suo specchio.

Narciso Poudrée (Narciso Rodriguez) - 2016 - Legnoso Floreale Muschiato (Aurelien Guichard)
Rosa Bulgara, Gelsomino, Fiori d'Arancio, Muschio, Vetiver, Cedro, Cumarina, Patchouli



domenica 15 settembre 2019

Insulo - Jeroboam

Ci sono profumi che sembrano quasi densi. Hanno una componente che si percepisce tattile a dispetto della natura eterea precipua dei profumi.
Penso ad alcuni fioriti carnosi dove domina la tuberosa, oppure a quelli con una forte componente gourmand ma sapientemente lavorata ed ancorata da resine e balsami.
Insulo di Jeroboam rientra in questa seconda categoria, le scarne note fornite: vaniglia, gelsomino e un misterioso "muschi enigmatici", non riescono a far presagire la ricchezza di questo estratto di profumo.
Dopo una partenza di vaniglia budinosa, della durata di una frazione di un secondo, l'estratto, dal colore liquoroso, sviluppa volute dense di fiori amari, resine collose, melate balsamiche, e una vaniglia a tratti zuccherina a tratti aromatica. Molto persistente, dopo circa 5 ore la sento ancora sulla porzione di pelle dove l'avevo spruzzato, è un profumo che a me evoca una città straniera, mediterranea, con vicoli lastricati di pietra, chiese gotiche e barocche, viva e vitale di cultura e arte, dove la gente sa vivere ad un ritmo più rilassato, si ritrova a bere un caffè seduti ai tavolini all'aperto, in piazzette ombreggiate da grandi platani e dove il sole rifrange sulle pietre levigate da migliaia di anni di passi. Rodi o Barcellona o una cittadina francese in Provenza, città isola o isole città che racchiudono nelle loro mura un cuore palpitante e ardente.
Ai tavolini solidi di ferro battuto e marmo, sono seduti su sedie da riccioli in stile liberty, su morbidi cuscini, una eterogeinità di persone.
Lingue straniere che si fondono in un ipnotico brusio esperanto, chiacchiericci rilassati, risate argentine, odore di libri e giornali letti sorseggiando un caffè e sbocconcellando un croissant o una fetta di torta, nuvole rarefatte di fumo di tabacchi aromatici, profumo di tè nero in cui si plasmano cumulonembi di latte, odore di liquirizia, crema pasticcera, rhum bianco, torrefazione di caffè, pasta di mandorle, spezie delicate provenienti dall'entrata della sala da tè.
Da un tavolino proviene il profumo fiorito di alcune donne immerse in una conversazione fitta, ridono sommessamente, si scambiano segreti fluidi mischiati a confessioni, racconti, nuovi acquisti e profumi. Da una borsa di camoscio lasciata come una bocca semi aperta, esce un alito di caramelle, cipria, rossetto e foulard di seta che ha trattenuto il profumo della sera precedente.
C'è una pianta di gelsomino arrampicata su un muro a fianco alla chiesa, ha i fiori chiusi, aspetta la notte per emanare la potenza del suo profumo. Un gatto al sole si lecca pigramente la pancia, un giovane con gli occhiali e la barba, arriva dalla via laterale, pedala tranquillo, la giacca di velluto che aleggia, passa lateralmente al gelsomino che per un attimo si risveglia e si mischia all'odore di velluto del ragazzo. C'è un sole tiepido che mi riscalda la pelle, con gli occhi socchiusi osservo tra le ciglia questo paesaggio olfattivo intermittente come un miraggio.
Lo respiro e sono felice.


Insulo (Jeroboam) - 2015 - Orientale Floreale Vanigliato (Vanina Muracciole)
Vaniglia, Gelsomino, Muschio Bianco 
La profumeria Bon Sens si trova a Seregno in Corso Umberto I al n.15, li troverete Alessandra, compagna di viaggio charmant e affine. 

sabato 31 agosto 2019

Sweet Vanilla - Montale



Sweet Vanilla è il mio primo profumo di Montale. Dopo due ore di annusamento di tutte le vaniglie in quel momento presenti nella profumeria, dove ero andata in cerca di un altro profumo, facendo 1 ora emmezza di macchina, sotto un caldo cocente, la commessa tira fuori questa meraviglia di semplicità,
Quando l'ho sentita è stato colpo di fulmine. Così, perdutamente. Era una giornata strana, di quelle dove avresti bisogno di amore, e mi sono innamorata.
Appena si sviluppa, è come odorare una albicocca carnosa e matura, calda di sole. Da addentare affondando i denti nella polpa zuccherina e sentendo sulle labbra la vellutatezza della buccia. Come un bacio delicato. Scaldandosi a contatto con la pelle diventa una marmellata di albicocche sopraffina, come quelle che ti servono in Francia a colazione insieme al burro demi-sel Bretone.
E il profumo dei fiori di osmanto in una notte tiepida di giugno.
L'osmanto è un fiore fragrante che cresce in siepi ornamentali dalle foglie puntute, e in oriente viene piantato vicino ai templi buddisti.
La leggenda racconta di come un dio benevolo abbia seminato sulla terra i semi di osmanto, per far crescere in una notte questi fiori profumatissimi e confortare gli esseri umani dalle piaghe dell'umanità stessa. Il nome infatti, in Cina, significa paradiso lunare.
Il profumo dell'osmanto è come una marmellata calda di albicocche, lucida, scintillante, sensuale, ti pone in totale apertura mentale e coinvolge tutti i sensi. I fiori sembrano far scaturire una luminosità dal loro interno, che si spande dalle piccole corolle e proietta il suo profumo intenso nella sera, talmente fragrante da essere tangibile. In questa meraviglia fruttata carnosa fiorita, ti ci adagi mollemente.
Dopo circa un' ora arriva Lei.
La Vaniglia.
Bacellosa, aromatica, inebriante, calda, sensuale. Depositata sulla pelle come polvere di madreperla, quasi iridescente, ti avvolge e ti possiede.
Il mattino dopo, riemergendo dal tepore del sonno, i capelli e la pelle odorano di biscotti danesi al burro, di fiori caldi, di sensualità. Il profumo si è fuso con la pelle e ne è diventato parte, come l'abbraccio dell'amore.
Volevo l'amore e mi sono innamorata.



Sweet Vanilla (Montale) - 2015 - Gourmand (Pierre Montale)
Albicocca, Vaniglia, Muschio Bianco